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Berlusconi sfida la Lega: il voto sulla Libia non ci fa paura

Il premier risponde al Carroccio, che chiede una consultazione delle Camere sull’intervento in Nord Africa. Unico cruccio le parole molto dure di Roberto Maroni sulle decisioni del governo in merito ai raid mirati

ROMA. Silvio Berlusconi risponde con nettezza al Carroccio, che chiede un voto delle Camere sulla Libia, chiarendo che un passaggio parlamentare non lo preoccuperebbe minimamente. Anzi. E conferma di non aver avuto nelle ultime ore contatti con Umberto Bossi anche se rimane fiducioso sul fatto di poterlo incontrare presto per chiarire tutto. Unico cruccio le parole molto dure di Roberto Maroni sulle decisioni del governo in merito ai raid mirati sul paese Nordafricano.
Il Cavaliere si è detto più che convinto di poter ricomporre le frizioni con l'alleato: Ci possono essere sempre fibrillazioni ma queste non metteranno mai in discussione l'intesa generale, ha spiegato senza nascondere però sorpresa, amarezza e irritazione per le parole di Roberto Maroni sulla Libia. Parole assolutamente inattese - ha spiegato ieri sera a cena - dal momento che l'esponente leghista non avena mostrato alcun problema al riguardo dopo il vertice Italo-Francese.
Il premier si è mostrato tonico e di buon umore. Tanto da ribadire con forza la volontà di andare avanti e di non farsi intimorire dai magistrati che lo accusano nei processi che lo riguardano. Il presidente del Consiglio difende a spada tratta anche le scelte sul nucleare ed è convinto che l'Italia, paese ricco, possa risolvere da sola il delicato problema dell'immigrazione. "Sono un uomo orgoglioso e non ho nessuna intenzione di andare col cappello in mano a chiedere l'aiuto ad altri paesi", ha detto rispondendo ancora ai dubbi dei lumbard.

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