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Immigrazione, martedì vertice tra Italia e Francia

Incontro Berlusconi-Sarkozy a Roma. Molti i punti da affrontare: dal problema dei clandestini all'adeguamento del trattato di Schengen, passando dalla guerra in Libia"

ROMA. La Francia non molla e alla vigilia di quello che dovrebbe essere il vertice della riconciliazione, domani nella Capitale, torna ad accusare Roma per i lasciapassare garantiti ai profughi sbarcati a Lampedusa che, sottolinea Parigi, "pongono un problema".
Un commento che arriva proprio mentre la diplomazia è al lavoro per trovare, in vista di domani, un punto di incontro tra i due paesi, sui temi di maggiore attrito: l'immigrazione, la revisione del trattato di Schengen, ma anche le velleità industriali dei francesi e in particolare, dopo l'acquisizione di Bulgari da parte di LVMH, l'acquisto da parte di Lactalis del 29% del capitale di Parmalat. E non ultima la strategia politico nei confronti della Libia. E questa sera, a sorpresa e a poche ore dall'inizio del vertice, il Governo ha ufficializzato una svolta militare che certamente è gradita al presidente francese: l'Italia ha deciso di accogliere l'appello degli alleati per un ruolo più incisivo e darà il via - ha annunciato Palazzo Chigi dopo una telefonata tra Silvio Berlusconi e Barack Obama - ad "azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico".   
In materia di immigrazione rimangono dunque le divergenze, i francesi sarebbero infatti disposti a garantire una certa collaborazione a livello tecnico, ma, secondo fonti italiane, rimangono molto intransigenti sul piano politico: per Parigi, in sostanza, c'é una netta distinzione tra i profughi libici - problema europeo - e gli immigrati economici tunisini, problema del paese in cui sbarcano. Per questo, secondo le fonti, la Francia continuerà a fare i controlli, una volta che gli immigrati avranno varcato le loro frontiere.   Su una cosa Italia e Francia si sono però trovate d'accordo sin dall'inizio: un indubbio deficit nell'azione nella politica dell'Ue. E sarà proprio questo che unirà Berlusconi e Sarkozy domani a Roma, la firma cioé di una letterà congiunta da inviare a Bruxelles per chiedere un intervento più incisivo dell'Unione europea su un tema come quello dell'immigrazione, che, scriveranno i due leader, non può essere considerato un problema italo-francese. Insomma l'Europa deve fare di più perché, questo il messaggio tra le righe, la sua debolezza finisce per scaricare le tensioni sugli stati membri.
Un messaggio politico, dunque, per mettere il tema all'ordine del giorno del prossimo consiglio europeo di giugno. Ma anche molto pragmatico. Nella lettera Berlusconi e Sarkozy chiederanno anche il rafforzamento di Frontex, il pattugliamento europeo delle frontiere che attualmente ha pochi mezzi a disposizione, ma anche il rilancio della banca del Mediterraneo con l'obiettivo di aiutare le economie dei Paesi della sponda sud del mediterraneo. Paesi che vanno sì aiutati, Italia e Francia ne sono convinte, ma anche responsabilizzati nell'impegno ad arginare i flussi.   
Il lavoro diplomatico degli ultimi giorni è stato anche e soprattutto tecnico, per cercare quell'adeguamento del trattato di Schengen "ai tempi e al mondo che cambia rapidamente", come ha detto ieri il Ministro degli esteri Franco Frattini. E del quale è tornato a parlare oggi il consigliere speciale di Sarkozy, Henri Guaino. "La Francia - ha chiarito - non vuole sospendere Schengen" ma "rivedere le clausole di tutela in situazioni particolari". Di tutto questo parleranno Frattini e il ministro dell'Interno Roberto Maroni domani, con i loro omologhi. Ma il titolare della Farnesina avrà in agenda anche il tema della Libia. E qui, dopo gli attriti di un mese fa quando l'Italia, dopo lo scatto in avanti della Francia, chiese e ottenne che la missione venisse posta sotto l'ombrello della Nato, ora le posizioni sono comuni. Almeno sul riconoscimento del Cnt - la prima a farlo è stata Parigi, seguita poi da Roma - e sulla comune convinzione che Gheddafi deve lasciare il potere.    Sarà invece impegnato sul non meno delicato dossier economico il ministro Giulio Tremonti. Oltre alla vicenda Parmalat, seguita dal decreto anti-scalate di Tremonti, su tavolo anche la spinosa questione relativa all'energia, con i capitoli Edison e nucleare.

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