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Assunzione giornalisti, Cuffaro assolto in Cassazione

Confermato il proscioglimento dell'ex governatore della Sicilia dall'accusa di abuso di ufficio in relazione ai venti addetti stampa presi alla Regione senza concorso

PALERMO. Confermato, dalla Cassazione, il proscioglimento dell'ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro dall'accusa di abuso di ufficio in relazione all'assunzione, senza concorso, di venti addetti stampa alla Regione. Contro il non luogo a procedere, deciso dal gup di Palermo lo scorso 27 settembre, la procura generale di Palermo aveva fatto ricorso alla Suprema Corte. "Siamo molto soddisfatti perchè in questa vicenda sono stati tutti prosciolti o archiviati e solo contro Cuffaro - ha commentato l'avvocato Marcello Montalbano, legale dell'ex governatore - c'era stato un particolare e non giustificato accanimento, come si può vedere dal verdetto emesso dalla Cassazione". Stamani, in camera di consiglio, la Procura della Cassazione aveva chiesto - ai supremi giudici della Sesta sezione penale - di annullare il proscioglimento di Cuffaro, come richiesto dal ricorso presentato dalla Procura generale di Palermo.


In questa vicenda sono stati prosciolti o archiviati tutti gli altri indagati: l'attuale governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, l'ex responsabile dell'ufficio legislativo della Regione Franco Castaldi, i giornalisti assunti. La scorsa settimana, il 14 aprile, la Corte dei conti aveva assolto Cuffaro, Lombardo e Castaldi dalla responsabilità erariale per queste venti assunzioni di addetti stampa, responsabilità valutata in circa sette milioni e 300 mila euro, di cui oltre metà a carico del solo Cuffaro.      


Secondo il gup, Cuffaro andava prosciolto in quanto il presidente della Regione può nominare fiduciariamente, ad esempio a titolo di consulenti, soggetti esterni all'amministrazione. Quello che non andava bene, è che le  assunzioni erano a tempo indeterminato, stabilizzando così un rapporto di lavoro a prescindere dalla sussistenza del rapporto fiduciario. Pur essendoci profili di illegittimità nella procedura seguita, Cuffaro, secondo il gup, non aveva voluto favorire qualcuno. "A prescindere da quali siano state le reali cause della condotta di Cuffaro - aveva scritto il giudice nelle dodici pagine di sentenza - resta il fatto che non è stata dimostrata in alcun modo la sua specifica intenzione di danneggiare intenzionalmente la Regione o, sotto altro profilo, di favorire i soggetti assunti, che hanno tutti regolarmente svolto la propria attività lavorativa".    Entro un mese la Cassazione depositerà i motivi per i quali ha condiviso l'archiviazione dell'accusa di abuso mossa a Cuffaro.

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