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Fiat, a Termini investimento da 119 milioni per l'auto elettrica

Presentato ai sindacati il piano industriale del finanziere siciliano Cimino e del partner indiano Mahindra Reva. Previsti 910 occupati nel 2016

ROMA. Un investimento pari a 119 milioni di euro per la produzione e la commercializzazione di auto elettriche, nonché di batterie elettriche, e 910 occupati, a regime, nel 2016. Sono i numeri del progetto della Cape Rev, del finanziere siciliano Simone Cimino - una delle sei società inserite nella short list di Invitalia, advisor del ministero dello Sviluppo economico - per la reindustrializzazione del polo di Termini Imerese, dove la Fiat chiuderà a fine anno.
Il piano industriale di Cimino, con il progetto Sunny car ed il partner indiano Mahindra Reva, è stato illustrato ai sindacati nell'incontro al ministero dello Sviluppo economico, l'ultimo di quelli con le aziende selezionate dall'advisor. A questi dovrebbe comunque fare seguito un ulteriore incontro con la Dr Motor, l'azienda automobilistica molisana di Massimo Di Risio che aveva presentato a fine gennaio la sua manifestazione di interesse ma a tempo scaduto, per cui era rimasta fuori dalla short list, in panchina. Il business plan della Dr è all'esame di Invitalia.  L'altra società attiva nel settore automotive candidata ad avere un ruolo di primo piano nella nuova Termini é la De Tomaso di Gian Mario Rossignolo (auto di lusso). A questi si affiancano i progetti di Biogen (energia da biomasse), Einsten multimedia (studi e fiction), Lima (protesi ortopediche) e Newcoop (logistica e grande distribuzione).
Tornando alla Cape, nel primo anno, ossia nel 2012, dovrebbero occupare 285 persone: 185 nel settore auto, 100 nel settore batterie. Nel complesso, riferiscono i sindacati, dei 910 occupati a regime, 800 potrebbero essere attinte
dall'attuale bacino dei lavoratori della fabbrica e dell'indotto Fiat. I sindacati chiedono garanzie per i lavoratori e di accelerare i tempi per la riconversione dell'area siciliana.
Il progetto di Cape "pare positivo, anche se legato allo sviluppo di un segmento, delle auto elettriche, promettente, ma ancora agli albori", commenta il segretario nazionale della Uilm, Eros Panicali. E' "ben strutturato", sottolinea il
segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali. E' "da valutare: presenta profili interessanti dal punto di vista dello sviluppo e della ricerca e rimane nel settore automotive", dichiara l'Ugl Metalmeccanici. Il sindacato autonomo Fismic sottolinea la necessità di "salvaguardare lo sviluppo e l'occupazione del territorio". Il piano di Cimino, invece, "non è chiaro" dal punto di vista finanziario, afferma il coordinatore del settore auto della Fiom, Enzo Masini, facendo riferimento al provvedimento di amministrazione straordinaria che ha colpito la società di gestione di risparmio Cape Natixis e "da solo non é sufficiente" a dare risposte sul fronte occupazionale. "Non vogliamo trovarci a dicembre senza progetti", dice il leader dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini.

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