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Mpa, Lo Monte e Latteri verso l'addio

I due deputati nazionali tentati dal Pdl. Anche Ruggirello potrebbe lasciare il partito. Lombardo: "Non aderiscano al nuovo partito"

PALERMO. Nei giorni in cui l’emergenza Lampedusa lo sta impegnando senza sosta, Raffaele Lombardo deve anche fare i conti col dissenso interno all’Mpa. Due parlamentari nazionali e uno regionale hanno sollevato critiche sulla fase costituente del nuovo partito rilanciando boatos sul progetto politico del presidente della Regione. 
Da giorni i deputati nazionali Ferdinando Latteri e Carmelo Lo Monte sono dati in uscita dall’Mpa, tentati dal Pdl. Lo Monte, messinese, è anche capogruppo alla Camera ma ritiene che «nel partito non ci sono processi democratici. Manca la dialettica, tutto è verticistico e centralizzato su Catania». Lo Monte è anche fra quanti bocciano l’esperienza del Lombardo-quater: «Il governo dei tecnici ha peggiorato le cose. C’è un governo burocratico, che danneggia anche il partito. Il consenso si costruisce cambiando, non ingessando la Regione». Lo Monte invita «a fare autocritica in questa fase costituente» e commenta una delle tante voci che ruotano intorno al partito: «Si parla di tecnici che verranno promossi a politici. Sento parlare di Massimo Russo candidato alle presidenza. Se è così, non ci siamo proprio. Vadano avanti per la loro strada».
Anche Latteri, catanese, segnala che «manca il confronto nel partito». Lui è fra quanti sono convinti che «il futuro è un’alleanza col centrodestra». Latteri precisa che «per ora siamo tutti nel partito ma questa è una fase di grande effervescenza». E non a caso Latteri non ha partecipato agli ultimi appuntamenti dell’Mpa. Lombardo risponde a tono a Latteri e Lo Monte: «Non aderiscano al nuovo partito, così non avranno neanche il disturbo di andarsene. Ma stiano tranquilli, ci saranno regole precise che garantiranno tutti». Lombardo precisa che l’emergenza Lampedusa e il braccio di ferro col governo nazionale lo stanno impegnando allontanandolo dal partito: «Ciò conferma che i due ruoli non sono sovrapponibili. Forse neanche io aderirò formalmente al partito per lasciar fare a chi si concentrerà solo su questo. A Messina sarò il 2 aprile per incontrare un gruppo di docenti universitari che intende partecipare e a Catania stanno aderendo molti giovani».
Un dialogo è in corso invece con Paolo Ruggirello. Il deputato trapanese è fra i regionali scontenti: «Ci sono stati degli incontri e Lombardo ci ha rassicurati. Attendiamo di vedere i nomi e le qualità di chi aderirà al nuovo progetto di Lombardo». Ruggirello conferma di non essere disponibile a una svolta a sinistra e anche lui rilancia una indiscrezione: «Si dice che nel nuovo soggetto possano trovare spazio big del Pd che non sarebbero ricandidati perché lo statuto del loro partito non dà chance a chi ha già svolto tre mandati. Penso a Beppe Lumia e Nino Papania. Bisogna capire se queste persone arriveranno per aggregarsi o saranno i nuovi leader...». Ma Lombardo scuote il capo: «Smentisco le notizie di Ruggirello».
Molto, nelle strategie del nuovo partito, dipenderà da quanto deciderà il Pd domenica: nell’assemblea si misurerà chi - come l’ala Lumia-Cracolici e da un po’ anche Genovese - propone un ingresso di politici al governo e chi - Mattarella, Bianco e Crisafulli - opta per un referendum che rompa il patto con Lombardo. Lui, il presidente, rilancia: «Anche noi dovremo decidere se stare con loro o meno. Mi auguro che le due decisioni convergano».

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