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Termini, ecco il piano di De Tommaso

L'azienda, specializzata in auto di lusso, produrrebbe negli stabilimenti siciliani due modelli, una city-car di alta gamma e un mini-suv, per un totale di circa 38 mila vetture (rispettivamente 30 mila e 8 mila)

TERMINI IMERESE. La De Tomaso di Gian Mario Rossignolo scopre le carte e svela i capisaldi del piano industriale per il rilancio del sito di Termini Imerese, dove la Fiat cesserà la produzione a fine anno. L'azienda, specializzata in auto di lusso, produrrebbe negli stabilimenti siciliani due modelli, una city-car di alta gamma e un mini-suv, per un totale di circa 38 mila vetture (rispettivamente 30 mila e 8 mila).


Tra tre anni la casa automobilistica sarebbe in grado di dare posto a circa 1.000 persone, poi la cifra salirebbe a 1.500, quindi si avvicinerebbe al numero di impiegati oggi dal Lingotto una volta a regime, probabilmente fra circa cinque anni. Quanto alle risorse, l'investimento della De Tomaso sarebbe pari a 420 milioni. I sindacati, di fronte a cui il progetto è stato presentato dallo steso Rossignolo in un incontro al ministero dello Sviluppo economico, riconoscono il passo in vanti fatto, visto che dopo tante richieste è stata fatta luce su uno dei progetti considerati più importanti per la reindustrializzazione di Termini Imerese. Ma allo stesso tempo invitano alla cautela, perché il lavoro da fare è ancora molto: ci sono altri cinque piani da conoscere e le incertezze non mancano sia sull'iniziativa della De Tomaso sia sul progetto complessivo messo a punto per rilanciare la fabbrica della Fiat, dato che la short-list vagliata dall'advisor del ministero guidato da Romani rischia di perdere un pezzo. L'azienda florovivaistica Ciccolella avrebbe, infatti, sospeso momentaneamente la sua partecipazione all'iniziativa, che ha portato il ministero di Via Veneto, insieme ad Invitalia, a individuare un gruppo di imprese in grado di sopperire alla presenza del Lingotto nel sito palermitano.    


Un grattacapo è, innanzitutto, presentato dalla stessa De Tomaso, che necessiterebbe dell'"intera fabbrica", ovvero degli stabilimenti Fiat e Magneti Marelli di Termini Imerese, visto che, secondo Rossignolo, "non si può spaccarla e gestirla in dieci". Così, se tutti i sindacati sono d'accordo nel considerare il progetto "ambizioso", non mancano i distinguo. Per la Uilm, infatti, "sarebbe troppo ambizioso" e "sotto il profilo occupazionale non tutela tutti"; secondo la Fim il piano "sulla carta sembra girare, poi bisogna vedere nella pratica". Sopratutto occorre capire quante risorse Rossignolo farà uscire direttamente dal suo portafoglio, sottolinea la Fiom. Infatti, per l'Ugl Metalmeccanici bisogna capire bene quali siano i dettagli.

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