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Bagnasco: "Lampedusa è un problema europeo"

Nella prolusione al Consiglio Episcopale apertosi oggi a Roma, il cardinale presidente della Cei si è ampiamente soffermato sui rivolgimenti che stanno interessando i Paesi del Nordafrica e sul ruolo che devono esercitare l'Italia e, in particolare, l'Europa

PALERMO. In Libia "si fermino le armi", perché la strada della diplomazia è "la via giusta e possibile", anche per scongiurare "possibili spinte estremiste che avrebbero esiti imprevedibili e gravi". Intanto, dinanzi all'emergenza-immigrazione, va "dato sollievo" a Lampedusa e ai suoi abitanti, che "non devono sentirsi soli": intervenga quindi anche l'Europa, perché la questione non è solo italiana, ma "comunitaria".    Nella prolusione al Consiglio Episcopale apertosi oggi a Roma, il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, si è ampiamente soffermato sui rivolgimenti che stanno interessando i Paesi del Nordafrica e sul ruolo che devono esercitare l'Italia e, in particolare, l'Europa. Non ha mancato, comunque, di indirizzare un appello agli schieramenti politici italiani, dicendo no alle "scomuniche reciproche" ed esortando a seguire prima di tutto il "criterio della concretezza", solo indice di "credibilità": da qui anche l'invito ad approvare rapidamente la legge sul fine vita e a tutelare l'istituto familiare.    


"IN LIBIA TACCIANO LE ARMI, PERSEGUIRE VIA DIPLOMATICA" - Dopo aver stigmatizzato il fatto che "neppure gli analisti più avveduti" avevano previsto l'esplosione dei moti insurrezionali in Nordafrica - evidente "deficit di conoscenza" da parte dell'Occidente sulle società di quei Paesi -, Bagnasco si è rammaricato per il "ricorso alla forza" e si è associato all'appello di ieri di Benedetto XVI per auspicare che in Libia "si fermino le armi" e che "venga preservata soprattutto l'incolumità e la sicurezza dei cittadini garantendo l'accesso agli indispensabili soccorsi umanitari". Il capo dei vescovi ritiene che "la strada della diplomazia sia la via giusta e possibile", "premessa e condizione per individuare una 'via africana' verso il futuro invocato soprattutto dai giovani".    


"NON LASCIARE SOLA LAMPEDUSA, UE INTERVENGA" - "Per predisporre soluzioni minimamente adeguate per gli sfollati, i profughi o i richiedenti asilo c'é bisogno, oltre che dell'apporto generoso delle singole Regioni d'Italia, anche della convergenza dell'Europa comunitaria". L'emergenza immigrazione, infatti, ha detto Bagnasco, "é comunitaria", e "va affrontata nell'ottica di destinare risorse per uno sforzo di sviluppo straordinario, che non potrà non raccogliere poi benefici in termini di sicurezza complessiva". E se "é un'illusione riuscire a piantonare le coste di un continente intero", c'é la necessità di politiche di "vera cooperazione", le sole capaci di "convincere i nostri fratelli a restare nella loro terra". Intanto per Lampedusa, dove gli immigrati ormai "superano la popolazione locale", Bagnasco ha chiesto al governo "un ulteriore sforzo perché, avvalendosi di tutti gli strumenti anche comunitari, si dia sollievo all'isola e ai suoi abitanti".    


"IN ITALIA NO SCOMUNICHE RECIPROCHE, SERVE CONCRETEZZA" - "Più che di scomuniche reciproche, la collettività ha bisogno di una seria dialettica, che esalti i ruoli a ciascuno affidati dal cittadino-elettore". Le parti politiche, quindi, devono "farsi guidare anzitutto dal criterio della concretezza", la sola a dare "credibilità". Per Bagnasco, "il Paese ha un insopprimibile bisogno che si parta dai dati della realtà", rifuggendo sia "l'enfasi propagandistica" che "il catastrofismo più nero": e questo su tutti i temi, dalla disoccupazione, al gap Nord-Sud, al fisco, alla giustizia, fino alla corruzione e all'insicurezza. E oltre a prendersela con i media che distorcono la realtà e creano "inquinamento ambientale", e a denunciare "l'individualismo esasperato" che spegne anche il desiderio di fare figli, il presidente della Cei, in tema di etica pubblica, ha ammonito che "avere in mente solo se stessi e la propria parte, anziché il Paese, significa tradire il Paese". Alla politica Bagnasco ha indicato una "urgenza di umiltà", necessaria a capire la realtà e a elaborare decisioni, "senza troppo reclamizzare e senza continuamente recriminare". Le richieste esplicite sono quindi quelle per l'approvazione della legge sul fine vita, "necessaria e urgente", e a che "nessuno nell'ambito pubblico provveda a decisioni che mettano in ombra l'istituto familiare, architrave portante - ha concluso - di ogni realistico futuro".

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