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Ore di angoscia per il rimorchiatore

Il ministro La Russa: “A bordo libici armati, non sappiamo dove sono diretti”. Il padre di uno dei siciliani a bordo: “Ci sentiamo abbandonati”

ROMA. Gli otto italiani dell'Asso 22, sequestrato in Libia, "sono ancora sul rimorchiatore, che non ha toccato terra, non sono sbarcati" a Tripoli "come poteva essere”. Si stanno dirigendo verso ovest, ma non sappiamo dove veramente sono diretti perché vanno zig zagando e a bordo ci sono militari libici armati".    Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, intervenendo a La telefonata di Maurizio Belpietro, a Mattino Cinque, su Canale 5.
 Intanto, Salvo Arena, il padre di Antonino, 34 anni, uno dei marittimi a bordo del rimorchiatore commenta: "Siamo preoccupatissimi ci sentiamo abbandonati”. Arena, di Pozzallo, sposato e padre di un bambino di 4 anni, si era imbarcato il 27 gennaio da Augusta e doveva chiudere il suo periodo di lavoro in questi giorni. "Ha sentito Antonino - dice il padre - poco prima della mezzanotte dell'altro ieri: ha preferito parlare con me per non trasmettere ansia alla moglie Sofia. Mi ha detto che la situazione era sotto controllo e che stava bene. L'ho sentito sereno, forse non mi ha voluto trasmettere la sua preoccupazione". "La mia preoccupazione cresce sempre di più - aggiunge l'uomo - perché sono molto allarmato per la situazione che si é venuta a creare in Libia. Non ho ricevuto notizie ufficiali da nessuno - Le uniche notizie le apprendiamo dai telegiornali e dai giornalisti che ci chiamano. Non c'é stato alcun funzionario della Prefettura e nessun esponente del Governo che si sia fatto vivo con noi per informarci sulla vicenda. Sarebbe bastata una telefonata, invece niente".

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