PALERMO. Dopo il “no fly zone” decretato ieri sera dalle Nazioni Unite i governi europei si dicono pronti a sferrare i primi attacchi contro Gheddafi. E la Sicilia è considerato l’avamposto d’Europa, tanto che il trentasettesimo Stormo dell'aeroporto militare di Trapani Birgi è in "stato di massima attenzione" e i velivoli sono "pronti per qualunque attività". Lo stato di allerta è ai massimi livelli già da ieri sera. Alla base "si attendono disposizioni superiori". Insomma è tutto pronto per alzarsi in volo in direzione dell’altra parte del Mediterraneo.
Una situazione che stride con l’auspicio del vice-ministro degli esteri libico, Khaled Kaaim: "Speriamo che l'Italia si tenga fuori da questa iniziativa. Siamo certi che l'Italia abbia a cuore l'integrità della Libia e la salvaguardia della popolazione – aveva detto il rappresentante del governo del Colonnello -. Speriamo che non consenta l'utilizzo delle sue basi e si tenga fuori da questa iniziativa decisa dall'Onu". Non è andata così.
E mentre la Francia, la Norvegia, la Danimarca, il Belgio, il Canada e La Gran Bretagna si dicono pronti, la Cina ha deciso di opporsi alla risoluzione e il governo di Berlino, senza mezzi termini, afferma che “nessun soldato tedesco parteciperà alle operazioni”.
Libia, la Sicilia avamposto per gli attacchi
Massima allerta alla base militare di Trapani. Il trentasettesimo Stormo dell'aeroporto di Birgi da ieri è "pronto per qualunque attività"
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