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Regione, quasi un milione per un software mai usato

Due anni fa annunciata la rivoluzione informatica che puntava sulla trasparenza. Ma non è mai stata avviata

PALERMO. Il 19 giugno del 2009, alla presentazione del nuovo software, c’erano tutti: dall’assessore al Territorio col dirigente del dipartimento (gli autonomisti Pippo Sorbello e Rossana Interlandi), ai vertici delle società partecipate che avevano lavorato al progetto. E c’era pure lo stato maggiore di Confindustria: Ivan Lo Bello e Giuseppe Catanzaro furono i primi ad applaudire augurandosi che quella parata desse il via alla rivoluzione informatica nelle procedure autorizzative. E invece, malgrado una spesa di 950 mila euro, quel software consegnato il primo luglio di due anni fa non è mai entrato in funzione, con buona pace di chi lesse un messaggio di Lombardo che prospettava «trasparenza e rapidità dell’iter amministrativo». Nei giorni in cui sono stati accesi i fari sulla montagna di pratiche per ottenere autorizzazioni in campo energetico, terreno fertile per faccendieri e politici corrotti, ecco che fine ha fatto la rivoluzione informatica annunciata dalla Regione. Le procedure on line sono rimaste tutte manuali, affidate ad appena tre dipendenti (nel caso dell’assessorato all’Energia) o a una novantina di precari (nel caso dell’assessorato al Territorio).  Il progetto che doveva cambiare tutto si chiama SI-VVI ed è stato finanziato - precisano al Territorio - con 950 mila euro di fondi europei. Il software è stato realizzato da Sicilia-e-servizi e Sicilia-e-innovazione. Collegandosi a un link dal sito dell’assessorato, imprenditori e normali cittadini avrebbero potuto monitorare - spiegò Sorbello - lo stato d’avanzamento della pratica «dal momento in cui entra in assessorato fino alla conclusione dell’istruttoria con la possibilità di verificare i passaggi e poter intervenire per correggere errori». Sarebbe stato impossibile quindi per una pratica scavalcare quelle che si trovava davanti o essere scavalcata. Era prevista una banca dati con le informazioni su tutti i progetti: sarebbe apparsa sul monitor perfino una mappa per localizzare l’impianto e verificare su quale contesto avrebbe inciso. Eppure, rileva oggi Ivan Lo Bello, «a quasi due anni di distanza tutto è rimasto manuale. Non abbiamo più avuto notizie del progetto SI-VVI. Se il software fosse stato messo in funzione, avremmo un’amministrazione più efficiente e trasparente. Un problema di grande attualità, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni. L’informatizzazione avrebbe certamente frenato certi fenomeni». Chiaro riferimento all’arresto del deputato del Pd Gaspare Vitrano per una mazzetta legata proprio a un impianto di energia fotovoltaica. E invece all’assessorato all’Energia (nato dopo l’acquisto del software) restano accatastate circa 1.500 pratiche per impianti di energia fotovoltaica, eolica e da biomassa. All’assessorato al Territorio, che fin dal luglio 2009 avrebbe dovuto viaggiare alla velocità di un clic, restano sulle scrivanie - conferma l’assessore Gianmaria Sparma - 683 domande di autorizzazione per impianti eolici e fotovoltaici: sono destinati a questo assessorato i progetti per gli impianti minori, con un limite massimo di un megawatt. Ma la stessa procedura informatica avrebbe dovuto essere applicata alla valutazione di impatto ambientale sulle discariche.  Al Territorio si sono succeduti nel frattempo tre assessori: dopo Sorbello, Milone (Pdl) e Di Mauro (Mpa). Sparma (Fli) sta provando a recuperare il tempo perso: «Quando mi sono insediato il sistema non era attivo. Ho emesso due direttive e a fine gennaio il software è stato aggiornato e abbiamo iniziato a caricare i dati di tutte le pratiche. Certo, il fatto che nel settore Via-Vas lavorino solo precari non aiuta». Il motto di Sparma è «Wikileaks all’assessorato al Territorio»: «Solo così potremo diradare le nebbie e portare trasparenza». 

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