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Fiat, una giornata di caos a Termini Imerese

Gli operai hanno bloccato prima l'autostrada, poi il porto e infine si sono diretti alla stazione. Alla fine i lavoratori hanno ottenuto l'incontro con Romani per conoscere i progetti che dovrebbero rilanciare l'area industriale

TERMINI IMERESE. Hanno bloccato l'autostrada marciando per 14 Km lungo la A19 fino al municipio di Termini Imerese, poi hanno occupato il porto mandando in tilt i servizi, quindi si sono diretti in stazione paralizzando il traffico ferroviario per alcune ore. Dopo una lunga tregua, a Termini Imerese gli operai della Fiat sono tornati a protestare come fecero nel 2002, quando bloccarono tutto quello che potevano: anche in quel caso l'obiettivo era quello di salvare la fabbrica che il Lingotto aveva deciso di chiudere.   


I numeri non sono quelli di nove anni fa, ma i circa 300-400 lavoratori, che hanno partecipato ai presidi, hanno ottenuto quello che volevano: una convocazione al ministero per conoscere i progetti che dovrebbero rilanciare l'area industriale. Il dicastero, guidato da Paolo Romani, ha convocato i sindacati per il 24 marzo. Si discuterà delle sette-otto proposte vagliate dall'advisor Invitalia e inserite nell'accordo di programma firmato a febbraio dal governo con la Regione siciliana, il comune termitano e il Consorzio industriale. Investimento complessivo, 450 milioni di euro.    Di quei progetti, Fim Fiom e Uilm, spinti dagli operai a ritrovare l'unità d'azione dopo mesi di gelo, vogliono conoscere i dettagli. "Anche se da quello che finora è emerso - dice il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone - nessuno sembra all'altezza di potere rimpiazzare la Fiat che non può abbandonare Termini Imerese dopo avere beneficiato di ingenti risorse pubbliche: l'azienda deve assumersi la propria responsabilità sociale, non basta mettere a disposizione lo stabilimento ai nuovi arrivati".    Fim, Fiom e Uilm chiedono garanzie e piani industriali "seri" per i 2.200 lavoratori della Fiat e dell'indotto.


Per farsi sentire, oggi hanno organizzato uno sciopero. La mobilitazione doveva essere di 2 ore, ma durante l'assemblea nello stabilimento gli operai hanno forzato per le otto ore di astensione e i blocchi. Così in entrambi i due turni di lavoro gli impianti, dove viene assemblata la Lancia Ypsilon, si sono fermati. Proprio mentre era in corso la protesta, i delegati sindacali hanno ricevuto la comunicazione di un ulteriore periodo di cassa integrazione che scatterà dal 21 aprile al primo maggio: si aggiunge ai giorni di fermo già previsti e così articolati: 1 aprile, 4 aprile, 11 aprile e 18 aprile.    Domani i sindacati incontreranno il Prefetto, Giuseppe Caruso, e la commissione Attività produttive dell'Assemblea siciliana.

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