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Giustizia, Berlusconi-Alfano: "Una riforma epocale"

Il premier auspica "senso di responsabilità da parte degli avversari politici per vararla" e il guardasigilli chiede "collaborazione all'opposizione" anche per la scrittura delle leggi ordinarie. Da Pd e Idv, però, la chiusura è netta

ROMA. Discutere con tutti, anche con l'opposizione.
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi auspica senso di responsabilità da parte degli avversari politici per varare la riforma della giustizia e pure il Guardasigilli, Angelino Alfano, chiede collaborazione anche per la scrittura delle leggi ordinarie che, dice, "non sarà chiusa al contributo delle opposizioni".
Da Pd e Idv, però, la chiusura è netta. Solo "chiacchere", solo "un diversivo" attacca il segretario dei democrats, Pier Luigi Bersani convinto che "per due anni si mangerà pane e giustizia e non cambierà un tubo per i cittadini". Se invece il premier "vuole il confronto noi abbiamo 3-4 proposte su cui siamo interessati a discutere da domani mattina", spiega il leader Pd.    
Ma la pregiudiziale, annuncia l'ex presidente della Bicamerale per le riforme, Massimo D'Alema, resta il passo indietro del premier. "C'é un problema sostanziale di credibilità. In tutti questi anni - sostiene l'esponente Pd - Berlusconi è stato di ostacolo a qualsiasi riforma perché privo di qualsiasi condizione di terzietà". Soprattutto, a quanti gli chiedono di spingere sul Pd per un'apertura, rispolverando lo spirito della Bicamerale risponde che si tratta ormai di "un pentimento tardivo".
Anche il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini, parla di "imbroglio", di una "mera operazione d'immagine". Questa proposta, spiega "ha come unico scopo punire i pm e metterli sotto l'Esecutivo" e dunque "la nostra opposizione sarà dura e intransigente. La faremo in Parlamento ma mi auguro che anche la società civile si mobiliti".  La linea è anche quella dell'Idv che, annuncia il suo leader, Antonio di Pietro, presenterà un solo emendamento, quello per abolire la riforma "così antidemocratica da stravolgere lo stato di diritto". E se non basterà ci sarà il referendum che sarà sostenuto, assicura, da "una maggioranza di cittadini che vuole difendere la Costituzione".  
Più disponibile al dialogo, invece, il Terzo Polo, pronto a una discussione di merito in Parlamento anche se, su alcuni punti, dalla modifica della norma sull'obbligatorietà dell'azione penale alla possibilità di azioni ispettive al Csm da parte del Guardasigilli, manifesta già alcune perplessità.   
"La Costituzione non è un tabù, può essere rivista ma certo alcune frasi del premier sono inquietanti" sintetizza il leader Udc, Pier Ferdinando Casini. Francesco Rutelli è cauto sulle possibilità di un "proficuo" confronto con il governo ma giudica  "positivo" il fatto che Berlusconi neghi norme "ad personam". Ma se il Nuovo Polo accoglie con apprezzamento  queste "positive affermazioni" del premier, Futuro e Libertà nota la "contraddizione stridente" di chi "attacca frontalmente quei brutti giustizialisti di Fli" e dall'altra sostiene di volere discutere con l'opposizione, della quale Futuro e Libertà fa parte. "Berlusconi dica se vuole un confronto o fare propaganda" dichiara il capogruppo alla Camera, Carmelo Briguglio mentre Fabio Granata, vicepresidente della commissione antimafia nota che "una riforma siffatta non può trovare il consenso di una Destra repubblicana e legalitaria che ha nel suo pantheon Paolo Borsellino". Per questo il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, chiede garanzie: "da qui a fine legislatura non ci siano leggi ad personam né norme punitive nei confronti dei magistrati".

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