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La Regione "riscrive" il piano sui rifiuti

Lo scorso ottobre era arrivata la bocciatura da parte del governo nazionale che aveva definito il testo poco concreto, contestando la mancanza di elementi sulla parte esecutiva, i pochi dettagli sugli impianti e un eccessivo ricorso alle discariche

PALERMO. La Regione riscrive il suo piano rifiuti senza rinunciare, però, ad un obiettivo: valorizzare gli scarti. Così, la commissione di consulenti nominati dal governo siciliano ha dato il suo via libera dunque alla combustione del materiale residuo in cementifici e industrie e stop ai termovalorizzatori.



Lo scorso ottobre era arrivata la bocciatura del piano rifiuti da parte del governo nazionale che aveva definito il testo poco concreto, contestando la mancanza di elementi sulla parte esecutiva, i pochi dettagli sugli impianti e un eccessivo ricorso alle discariche.
Da qui, dunque, le nuove linee guida che, nei prossimi anni, dovranno portare a raggiungere e superare il 60 per cento di raccolta differenziata: nello specifico, si dovrebbe passare prima al 35%, poi al 45% e infine al 65% entro il 2015. Scompaiono dal testo i termovalorizzatori, mentre il piano prevede l'utilizzo di nuove tecnologie per trattare e separare i rifiuti, come il cosiddetto Tmb (Trattamento Meccanico Biologico) per cui i rifiuti non differenziati vengono separati in modo da riciclarne un'ulteriore parte e trasformare in combustibile il resto, che verrebbe destinato a cementifici e industrie in grado di utilizzarlo.



Il faldone è adesso sulla scrivania dell'assessore regionale all'Energia, Giosuè Marino.
Nell'arco di una quindicina di giorni, dovrebbe essere sottoposto all'attenzione prima della Protezione civile e poi del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, per il via libera definitivo.  Dal governo si dicono fiduciosi sull'approvazione, anche perchè il piano sarebbe stato aggiornato con un confronto continuo con la Protezione civile. Il testo, dicono, è in linea con le direttive europee ed è condiviso da associazioni quali Confindustria e Legambiente. Lo scontro, però, resta dietro l'angolo: il ministro per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha infatti sempre ritenuto valida la realizzazione di termovalorizzatori.


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