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Cuffaro scrive dal carcere: Dio non mi abbandonerà

L'ex presidente della Regione ha scritto una lettera che è stata pubblicata sul settimanale Tempi: "Dopo i primi giorni di angoscia e di disperazione", sta "riorganizzando le speranze"

PALERMO. L'ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, ha scritto una lettera che è stata pubblicata sul settimanale Tempi, nella quale racconta come, "dopo i primi giorni di angoscia e di disperazione", sta "riorganizzando le speranze".
Cuffaro, condannato con sentenza definitiva a sette anni di per favoreggiamento aggravato alla mafia, oggi detenuto nel carcere di Rebibbia a Roma, spiega come voglia "affrontare in carcere questi anni difficili". "Voglio utilizzarli per riappropriarmi del mio tempo, quello che ho sempre con gioia e convinzione donato agli altri. Lo voglio ridare alla mia coscienza, alle mie riflessioni, senza l'affanno della corsa, senza fretta, senza adempimenti, per consentire alla mia anima di raggiungermi".
Nella missiva, l'ex governatore siciliano afferma di essere certo che "questa dura esperienza mi servirà per rafforzare il mio rispetto verso tutte le istituzioni e fortificare la fede che è stata per me di grande sostegno. La fede mi sta realmente dando tanta forza, Dio non mi abbandonerà". Riguardo alla sua condizione ed al proprio stato d'animo, aggiunge: "Ho imparato che, per il servizio della verità, bisogna essere pronti ad affrontare e sopportare le avversità, e nel silenzio della mia cella mi sforzerò di trovare un po' di serenità. Continuerò ad essere quello che sono sempre stato; qui dentro la prigione ho capito che ho ancora la libertà più preziosa, quella di scegliere che uomo voglio essere". "Ho lavorato e mi sono sacrificato tanto per la mia Sicilia, terra difficile e martoriata - conclude - ma, proprio per questo, meritevole e più bisognosa di essere amata e servita. La Madonna mi proteggerà e mi aiuterà".

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