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Libia, telefonata tra Berlusconi e Obama

Colloquio per trovare una soluzione alla crisi: "Necessario e urgente coordinare gli sforzi e fare in modo che ci sia la responsabilità adeguata"

NEW YORK. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sono d'accordo: in Libia è necessaria una risposta multilaterale coordinata, per garantire da un lato l'adeguata "assistenza umanitaria", dall'altro "i diritti umani fondamentali", perché "il popolo libico ha diritto di determinare il proprio destino".  
In questi termini la Casa Bianca ha reso noto i contenuti di un colloquio avuto ieri tra Berlusconi e Obama, per cercare di trovare una soluzione alla crisi libica. Obama e Berlusconi sono stati al telefono una ventina di minuti. Il presidente americano nel corso della giornata si è confrontato anche con il presidente francese, Nicholas Sarkozy, e con il premier britannico, David Cameron. La determinazione comune di Usa, Francia, Gran Bretagna e Italia - ha riferito la Casa Bianca - è quella di mantenere sulla Libia consultazioni costanti e continue, in modo tale da coordinare l'intervento sia per quanto riguarda gli aiuti umanitari, sia per quanto riguarda "il diritto del popolo libico a determinare il proprio destino".    
Palazzo Chigi ha riferito che Berlusconi e Obama hanno concordato di continuare a tenersi "strettamente in contatto, consultandosi e lavorando insieme", per fronteggiare la crisi e le sue possibili conseguenze.  Nel riferire delle consultazioni di Obama con gli altri leader, la Casa Bianca ha precisato che è "necessario e urgente" coordinare gli sforzi "e fare in modo che ci sia la responsabilità adeguata". Nei distinti colloqui, Obama, Berlusconi, Sarkozy e Cameron "hanno affermato il loro forte sostegno ai diritti universali del popolo libico, compresi quelli di libertà di assemblea e di opinione". "I leader - prosegue la nota della Casa Bianca - hanno anche discusso di una serie di opzioni che sia gli Stati Uniti sia i Paesi europei stanno mettendo a punto per ritenere il governo libico responsabile delle sue azioni".

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