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Pizzo a Palermo, due condanne in appello

Sul banco degli imputati Giovanni Pietro Flamia e Giorgio Provenzano, accusati di estorsione aggravata nei confronti di una ditta di costruzioni di Bagheria

PALERMO. La prima sezione della corte d'appello di Palermo, presieduta da Giancarlo Trizzino, ha confermato la condanna a 3 anni e 8 mesi per GIOVANNI PIETRO FLAMIA e GIORGIO PROVENZANO, accusati di estorsione aggravata dall'avere agevolato Cosa nostra.
I due avevano chiesto nel novembre 2007 ai titolari della "Due esse costruzioni srl" di Bagheria, che stava realizzando delle villette nella zona di Sant'Elia, 3000 euro ad appartamento per un totale di 45 mila euro. Il processo si è svolto con il rito abbreviato. Gli imputati sono stati arrestati nell'ambito dell'inchiesta 'Perseo' che ha decapitato le cosche palermitane.

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