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La pubblica amministrazione ostacolo allo sviluppo

Ormai è palese che la pubblica amministrazione in Sicilia è diventata un ostacolo alla crescita economica. Non solo ha tradito la sua missione di servizio al cittadino. E' diventata addirittura un elemento di blocco per lo sviluppo economico. Un comportamento veramente immorale.
L'ultimo episodio a Casteltermini. Un imprenditore si è dichiarato disponibile a investire 2 milioni nella costruzione di un impianto per il disinquinamento. L'azienda avrebbe dato lavoro a venti giovani. Una iniziativa assolutamente lodevole. Sia perché impegnata in una attività dal grande futuro come la tutela ambientale, sia perché portatrice di posti di lavoro in un'area al riguardo piuttosto digiuna.
Per due anni non è successo nulla. Dal Comune di Casteltermini nessuna risposta. Né positiva né negativa. L'imprenditore, stanco di aspettare, ha proposto l'iniziativa alle autorità tunisine che lo hanno accolto a braccia aperte. Così la Sicilia ha perso un'altra occasione di crescita.
Ora il sindaco di Casteltermini, di fronte alle proteste, si difende sostenendo che il progetto, ben lontano dal presidiare l'ambiente, avrebbe solo prodotto nuovi veleni. Da qui il silenzio. Ma che razza di giustificazione è mai questa? Ci sono voluti due anni per formularla? Ammettiamo anche sia davvero così. Che davvero il progetto proposto fosse pericoloso per l'ambiente. Come mai in due anni non c'è stato tempo per una risposta. Anche negativa, se è questo il giudizio degli uffici del comune. Ma almeno una risposta. Invece niente. Naturale, a questo punto, il dubbio che i problemi veri potessero essere altri.
Purtroppo in Sicilia la situazione sta degenerando oltre i limiti del tollerabile. Ormai è di tutta evidenza che la politica, attraverso i ritardi della pubblica amministrazione, è diventata un ostacolo allo sviluppo. Non a caso le imprese, stanche di ritardi, inefficienze e omissioni vanno a produrre altrove. La Fiat ha lasciato Termini Imerese perché non ha mai ottenuto una risposta al piano d'investimenti che aveva proposto tre anni fa. La Erg ha avviato il progetto di disimpegno. Da anni aspetta una riposta sul rigassificatore di Priolo. Nei mesi scorsi Edoardo Garrone, presidente del gruppo è stato esplicito: "Se avessimo immaginato di dover perdere tanto tempo non avremmo nemmeno avviato il progetto". Subito dopo è cominciato il disimpegno dall'Isab. La conseguenza è inevitabile. Occupazione e reddito lasciano la Sicilia e vengono creati altrove. In posti dove la pubblica amministrazione comprende il valore dell'impresa e dei lavoratori che producono ricchezza e benessere sociale.

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