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Paura di essere rimpatriati, gli immigrati minacciano lo sciopero della fame

C'è ansia tra i 1.814 extracomunitari, in gran parte tunisini, che si trovano ancora al centro di Lampedusa. Quarta notte consecutiva senza sbarchi

PALERMO. I 1814 immigrati che si trovano ancora a Lampedusa minacciano di attuare uno sciopero della fame se non verranno trasferiti in tempi brevi dall'isola. Tra gli extracomunitari, in gran parte tunisini, comincia infatti a serpeggiare la paura che possano essere rimpatriati. Alcuni di loro sostengono di avere raccolto queste "voci", che non hanno però alcuna conferma ufficiale, dai loro parenti in Tunisia. I migranti sono attualmente suddivisi tra il centro di accoglienza, che è stato riaperto domenica scorsa, e i locali dell'area marina protetta, in precarie condizioni igieniche, dove sono ospitati 120 tunisini.
Ieri anche il sindaco dell'isola, Bernardi De Rubeis, si era detto "preoccupato per il rischio che la situazione, finora pacifica, possa degenerare". Una preoccupazione condivisa dal portavoce in Italia dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini: "Finora - dice - la situazione è stata gestita con molto senso di responsabilità e non ci sono state tensioni, ma bisogna fare di tutto per evitare che questo avvenga. Non bisogna tirare troppo la corda, è necessario incentivare il trasferimento dei migranti verso altri centri in Italia e far capire loro che non c'é alcuna intenzione di rimpatriarli".  
Intanto, per la quarta notte consecutiva non si sono sono registrati sbarchi di migranti a Lampedusa, anche a causa delle cattive condizioni del mare.

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