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Pirandello e il teatro dei miti

Appena stampato il libro di Salvatore Vecchio, utile a chi vuole avvicinarsi allo studio e alla conoscenza dell’opera del drammaturgo. Il testo è un modo per conoscerlo e apprezzare i suoi messaggi

PALERMO. Fresco di stampa, il libro di Salvatore Vecchio (Pirandello. Saggi sul teatro, Roma, Eiles, 2010, pagg. 159, €. 12.00) è utile a chi vuole avvicinarsi allo studio e alla conoscenza del teatro di Luigi Pirandello, fonte inesauribile di drammaturgia. Lo studioso, riprendendo i testi sul "teatro nel teatro", passa in disamina quello dei miti, da sempre contestato, eppure profondo e ricco di temi e spunti che mettono in controluce l'uomo Pirandello e il suo teatro.
Il libro è un invito alla lettura del teatro pirandelliano; all'inizio, offre un profilo della filosofia di vita e della concezione che Pirandello aveva dell'uomo e delle cose, partendo da alcune novelle e dal saggio L'umorismo, per trattare il teatro degli esordi, influenzato da quello di fine Ottocento veristico-borghese e dalle sperimentazioni futuristiche. Ma già, fin da allora, «Pirandello – scrive Vecchio - dà risalto alla psicologia dei personaggi, cioè evidenzia gli aspetti umani delle vicende, e si cala in essi che vivono una loro vita e cercano di imporsi per non soccombere».
Se nelle commedie del «teatro nel teatro» continua la sua ricerca nello scavo psicologico ed evidenzia la dolente umanità dei singoli con un rivolgimento dell'arte scenica molto innovativa per gli sviluppi successivi, in quelle del teatro dei miti c'è il ricorso all'ideale per affermare la realtà come vero mondo degli uomini.
Nei miti Pirandello rinnova - come fa notare Salvatore Vecchio - la sua tematica che non è un rinchiudersi nel saputo, come si potrebbe pensare, ma una ricerca sulla vita e sull'uomo, quale il tema della giustizia e della difficoltà di essere e di realizzarsi; ne La nuova colonia c'è un tentativo di costruire un mondo migliore; nel Lazzaro è esaltata l'accettazione religiosa della vita, il ritorno alla terra per co-creare, o compartecipare, e vivere con altera dignità; mentre, ne I giganti della montagna, è il richiamo al bello e all'arte educatrice che con forza vorrebbe farsi spazio nell'avanzante materialità e nella bruttura odierne. Miti o, meglio, utopie difficili da concretare, ma affrontate con serietà di intenti e con tanta partecipazione.
Dai saggi che compongono il libro viene fuori un Pirandello impegnato a dare risalto a valori da difendere e da tutelare, come quello della maternità che è presente nei miti citati; è un Pirandello diverso da quello che dà adito al pirandellismo, caricato di senso negativo. Per questo se ne consiglia la lettura anche tra i giovani studenti. È un modo per conoscerlo e apprezzare i suoi messaggi, ricchi di insegnamenti e di sentita umanità.

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