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Intesa Eni-Regione, la Prestigiacomo: "Si pensi a risanare territorio"

Il ministro parla dopo l'accordo che sblocca investimenti da 800 milioni di euro: "La presenza dell'azienda è importante, ma prima si deve pensare all'ambiente siciliano"

PALERMO. Roma critica, Palermo risponde. Il giorno dopo la firma dell'intesa tra i vertici di Eni e il governo regionale, che sblocca investimenti per circa 800 milioni di euro, il ministro Stefania Prestigiacomo prende le difese dell'ambiente siciliano. "Consideriamo la presenza dell'Eni importante - ha scritto in una nota - ma riteniamo del tutto insufficiente il suo impegno al risanamento del territorio isolano, per il quale convocheremo nei prossimi giorni una riunione a Roma. Prendiamo atto che la Regione Siciliana si è impegnata a rinnovare per altri 20 anni la concessione per la ricerca degli idrocarburi a fronte di modesti investimenti ambientali, peraltro già sbloccati dal ministero dell'Ambiente e annunciati pubblicamente un anno fa".



L'intervento del governatore Raffaele Lombardo sul proprio blog ha il sapore della replica. Anche senza espliciti riferimenti. "L'ambiente, la sicurezza e la salute sono al centro di questo protocollo. La Regione non ha mollato su niente; lo dimostrano gli 800 milioni di investimento e il miliardo di gettito fiscale che sarà incassato in 20 anni. La trattativa è stata durissima. Abbiamo tutto l'interesse che i pozzi ripartano - scrive ancora Lombardo - Inoltre l'Eni si è impegnata a discutere del progetto della Catania-Gela e farà il porto della città nissena. Nessuna polemica con i grandi gruppi, ma non si può venire qua a fare quel che si vuole e portarsi via gli utili. Non so se Ikea, ad esempio, ha fatto una sede legale e fiscale in Sicilia in modo da pagare le tasse qui da noi. Il principio deve valere per tutti".
Dura critica dal presidente della commissione Ambiente del Senato, Antonio D'Alì. "L'accordo sottintende alcuni aspetti estremamente negativi. L'Eni vuole, con interventi parziali, eludere i ben più rilevanti investimenti che deve alla Sicilia per risarcirla del danno ambientale causato negli ultimi decenni. La Regione, invece, vuole aprire spiragli sulla strada delle trivellazioni che il Governo nazionale ha sbarrato".



"La Regione deve mettersi d'accordo con sé stessa e finirla di giocare su due tavoli: da una parte dice no alle trivellazioni e dall'altra rinnova all'Eni la concessione per la ricerca degli idrocarburi" ha affermato la senatrice Simona Vicari (Pdl). Di parere opposto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivanhoe Lo Bello. "Il piano industriale della raffineria di Gela e di Enimed è molto importante. Nonostante la crisi che ha penalizzato il settore energetico, le aziende continuano a svolgere la loro parte impegnando risorse per assicurare uno sviluppo compatibile con le esigenze del territorio". Giudizio positivo anche dalla Cisl Sicilia, che con Maurizio Bernava e il segretario della Femca Franco Parisi chiede "un duplice tavolo nella prefettura di Caltanissetta e presso l'assessorato regionale alle Attività produttive". "Quando c'è la volontà politica - ha spiegato Mariella Maggio, segretaria della Cgil Sicilia - si possono fare cose positive per lo sviluppo della regione". "Moderata soddisfazione" dal deputato regionale del Pd, Miguel Doneghani.

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