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Palermo,aggredito dirigente comunale che segue le aziende partecipate

Il protagonista della disavventura è Roberto Pulizzi. Un gruppo di lavoratori Gesip capitanati da un sindacalista ha raggiunto l'uomo al secondo piano di Palazzo delle Aquile e lo ha malmenato

PALERMO. Aggredito Roberto Pulizzi, il dirigente comunale che segue le sorti delle aziende partecipate. È accaduto mercoledì mattina. Un gruppo di lavoratori Gesip capitanati da un sindacalista ha raggiunto Pulizzi al secondo piano di Palazzo delle Aquile, nei pressi della sede della commissione Bilancio. Lì, davanti al presidente della commissione Sebastiano Drago, al consigliere comunale Fraccone e di alcuni dipendenti, si è consumata l’aggressione. Spintoni, baraonda, insulti, minacce verbali all’indirizzo del dirigente. Sono rimasti tutti basiti e un po’ impauriti. Poi il gruppetto si è allontanato. Il tutto per sollecitare il pagamento degli stipendi. Alla Gesip si era sparsa la voce che ci sarebbero stati ritardi. Una notizia non vera. Anche se la vicenda stipendi era rimasta in bilico fino alla sera prima quando, con una riunione di giunta, il Comune senza un soldo in cassa ha stabilito di attingere ai fondi Cipe per pagare tutti i lavoratori, comunali e aziende partecipate. Ma il clima che si respira al Comune è quello di una situazione al collasso. E Pulizzi è finito nel mirino perché è il dirigente che di fatto autorizza il bonifico bancario che consente il pagamento degli stipendi Gesip. Stipendi che sono stati regolarmente pagati il 27, cioè l’altro ieri. La vicenda però ha lasciato una scia di malumori e preoccupazioni. Si teme per il futuro. Pulizzi ha scritto una lettera al sindaco e ai dirigenti del Comune per denunciare l’accaduto e manifestare la preoccupazione per l’aggressione di mercoledì mattina. Tra l’altro, proprio il dirigente si era affrettato a definire tutte le procedure per far pagare gli stipendi in tempo. Ma l’ufficio ora ha anche un’altra grana. La funzionaria incaricata di seguire proprio la Gesip ha chiesto e ottenuto, nonostante il parere contrario dell’ufficio, un distacco presso un altro ente pubblico. E adesso si cerca un sostituto che al momento non c’è.

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