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Beni culturali in Sicilia, nel 2010 recuperati per oltre 2 milioni

E’ il risultato di un anno di attività del Nucleo tutela patrimonio culturale. Oltre 680 controlli e più di tremila oggetti restituiti. La città con più furti è Palermo

PALERMO. Oltre 680 controlli e ispezioni, 3.529 oggetti del patrimonio culturale recuperati per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. Sono i numeri di un anno di attività dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia. I dati provengono dalla Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, la più grande memoria informatica del mondo per la tematica oggetto di tutela.
Tra le operazioni più significative ci sono quelle relative al recupero di 930 reperti archeologici ad Agrigento dell'aprile 2010 e di 124 oggetti chiesastici a Messina a dicembre scorso, entrambe condotte presso privati.
Per quanto riguarda i furti nell’Isola, nello scorso anno ne sono stati commessi 44, di cui due a musei, 11 ad enti pubblici, 22 in chiese e nove a privati. Il "primato" dei crimini va a Palermo con 17 furti, seguita da Catania con 9. L’unica provincia in cui non sono stati registrati furti è Enna. La statistica mostra un calo dei furti di opere d'arte, in parte spiegabile anche attraverso l'intensificarsi delle attività di controllo al mercato, sia quello di tipo tradizionale sia al nuovo mercato telematico. Gli oggetti rubati restituiti a musei, chiese e soprintendenze comprendono più di duemila beni archeologici e centinaia tra oggetti d'antiquariato, librari, archivistici, paleontologici e artistici.
Altro dato importante è il calo dei furti ai danni di chiese ed enti religiosi, determinato anche da un maggior controllo, in sinergia con l’Arma territoriale, attuato dalle varie diocesi siciliane, che hanno migliorato i sistemi di sicurezza e avviato la completa catalogazione informatica dei beni chiesastici.

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