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Palermo, una torre è necessaria

La difficoltà con cui il Palermo ha superato il Brescia nonostante si sia giocato a una sola porta ci rimanda necessariamente al problema di un attacco senza una punta di peso. Problema che in trasferta si avverte poco, in quanto in genere si trovano più spazi per ripartire, ma che in casa potrebbe ripetersi. Anche perchè l’assenza di Pinilla non è cosa da poco, mancherà per almeno due mesi. Sintetizziamo il problema: il Palermo ha calciato diciotto corner, almeno sei punizioni dalla trequarti in area e le uniche conclusioni di testa di una certa pericolosità sono state di Muñoz. Le migliori occasioni della gara. Ne ricaviamo che con un attaccante forte di testa (ma anche bravo a giocare da sponda) sarebbe potuta andare diversamente. Diciamo questo a pochi giorni dalla chiusura del mercato, augurandoci che al posto di Maccarone arrivi un giocatore con queste caratteristiche, anche se è difficile immaginare una primissima scelta.
A nostro parere contro il Brescia il Palermo ha scontato anche la prevedibilità di un centrocampo con poche idee. Che troppe volte ha lasciato l’iniziativa a Pastore e poche volte ha invece cercato di smarcare Ilicic. Il discorso ci riporta a Bari, quando contro un avversario in dieci, dunque incapace di pressare in mezzo al campo, Rossi tenne in campo fino a sette minuti dalla fine Bacinovic, Nocerino e Migliaccio. Pensiamo che pizzico di qualità in più (Liverani, ma anche Kasami) sabato non avrebbe guastato. E avrebbe consentito a Pastore di fare esclusivamente il trequartista. Lo ha pensato anche Rossi, che ha mandato Liverani a scaldarsi all’inizio della ripresa. Il gollazzo di Bovo premia le scelte del tecnico.
Nella pagina successiva (sul Giornale di Sicilia) parliamo della partita di Coppa Italia tra Palermo e Parma, che quindici anni fa fu vissuta dall’intera città come un grande evento. Stadio pieno, caccia al biglietto. Stesso spirito, successivamente, nella gara col Vicenza che promosse il Palermo ai quarti. Dove si giocarono due «epiche» sfide contro il Milan. Che eliminò quel Palermo ai rigori. Ne parliamo con un pizzico di nostalgia benchè oggi il club rosanero viva in una dimensione assolutamente diversa da quella. Oggi il Palermo è stabilmente tra le prime dieci squadre del campionato, ha giocato quattro volte l’Europa League, si confronta alla pari con Inter, Milan e Juve, vanta campioni di statura mondiale.
Eppure certi entusiasmi sembrano lontani, perduti nel tempo. Tutti siamo d’accordo che vincere la Coppa Italia sarebbe una gran cosa, ma siamo certi che domani sugli spalti non si respirerà l’aria che si respirò quindici anni fa al Barbera. Ci si abitua a tutto, anche al successo. Aspettiamo la prima partita di Champions League anche per ritrovare la magia di quelle notti.

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