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Scatti di Berlino a Palermo

La capitale tedesca immortalata nelle fotografie di Antonio Calabrese, esposte nell'omonimo atelier di via Principe di Paternò 72, con il nome Nomadmind in Berlin

PALERMO. Nefertiti guarda il suo pubblico nel Neues Museum sull'«Isola dei musei», dentro i due bracci della Sprea, il fiume di Berlino. È stato riaperto nell'autunno del 2009, dopo i restauri nella città tormentata dall'ultima guerra. Era Berlino Est. Il muro, la Porta di Brandeburgo, l'Unter den Linden, poi l'Humbolt, il Guggenheim, il Museo di Storia e, ancora, verso l'Alexander Platz, c'è l'isola.
La «dama piena di grazia» fotografata di spalle, senza il suo volto magico, sembra una testimonianza più nuova dei suoi millenni. E le attonite facce rotonde di ferro, messe a terra nell'installazione di Menashe Kadishman nel Museo ebraico a Kreuzberg, periferia bohémien che odora di kebab turco: a camminarci sopra, emettono lamenti che echeggiano quelli nelle baracche dei lager. Gli enormi blocchi del Memoriale dell'Olocausto, progettato, e aperto nel 2005, dall'ebreo Peter Eisenman a due passi del «bunker», che sembra accerchiare il Reichstag, così vicino alla Porta di Brandeburgo.
Visioni-memoria nelle fotografie di Antonio Calabrese, esposte nell'omonimo atelier di via Principe di Paternò 72, con il nome Nomadmind in Berlin.
I ricordi che si intricano nella capitale rinnovata dagli architetti europei: topografie nuove - come l'East Side Gallery con i graffiti di artisti di 21 Paesi su pezzi di «muro di dietro», dove i cittadini dell'Est non videro mai una scritta - incrociano il museo del Checkpoint Charlie, quello della DDR.
La «Goldelse», la bellissima e dorata Vittoria alata, al centro della rotonda del Tiergarten, tagliato in due dalla Strasse des 17 juni, la grande arteria che arriva alla Porta con la quadriga. Vista dal basso, dagli scaloni, per spingere ancora di più l'imponente colonna nel «cielo sopra Berlino».
Poi foto di scena del film Phantomanie del regista e fotografo Miron Zownir, Esther Schweins che posa per un servizio per il magazine Home, l'occhio di un bambino che guarda da un vetro «bucato» dello Spreepark, un lunapark lungo la Sprea abbandonato, rifugio di suggestioni e nomadi.
Berlino della storia che si mischia alle suggestioni - dalla cultura alla scienza - della città «nuova», all'ombra della «Chiesa della memoria» nella Breitschedplatz del Charlottemburg, alla fine dell'elegante Kurfursterdamm: le rovine del tempio accanto al moderno campanile-torre della nuova Gedächtniskirche. Per non dimenticare.

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