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Palermo, in bilico la prima di "Senso" al teatro Massimo

L’opera in cartellone questa sera avvia la stagione 2011 dello stabile. Sotto accusa per i sindacati l’esternalizzazione del botteghino, il ricorso a trattenute sugli stipendi per i dipendenti che si assentano per malattia, le "poche produzioni del corpo di ballo" e "l’assenza di rapporti sindacali"

PALERMO. La prima di «Senso», l’opera in cartellone che avvia la stagione 2011 del Massimo, è in forte bilico. Difficile, molto difficile che stasera si apra il sipario. A meno che la protesta dei sindacati rientri. Ma al momento si registra solo il rinfocolarsi delle polemiche. Ed è ormai un braccio di ferro quello che separa i rappresentanti dei lavoratori dal sovrintendente Antonio Cognata. Entrambi oggi organizzano, in due momenti diversi, una conferenza stampa per spiegare le proprie ragioni.
Sotto accusa per i sindacati l’esternalizzazione del botteghino, il ricorso a trattenute sugli stipendi per i dipendenti che si assentano per malattia, le «poche produzioni del corpo di ballo», «l’assenza di rapporti sindacali» ed altro ancora. E poi la critica forte sui tagli decisi dalla legge Bondi. Nel mirino c’è proprio il compositore dell’opera prevista stasera, Marco Tutino, sovrintendente del teatro di Bologna presidente dell’Anfols, l’associazione che raggruppa le fondazioni liriche perché per i sindacati «è l’ispiratore della legge Bondi, quella che ha ridotto da 471 a 258 i milioni destinati ai teatri». Tutino ha anche pubblicamente smentito la circostanza. Ma Paolo Cutolo, sindacalista della Fials-Cisal contrattacca: «Faremo ascoltare ai giornalisti la sua audizione al consiglio comunale di Bologna in cui dice testualmente di aver lavorato gomito a gomito con il ministro per varare il decreto poi diventato legge». Maurizio Rosso, segretario provinciale dello Slc-Cgil entra poi nel dettaglio: «Cognata ha dato in appalto la gestione del botteghino per 185 mila euro in tre anni. Ma ora non sa come utilizzare il personale che svolgeva questo servizio. Mentre il corpo di ballo è stipendiato tutto l’anno per due sole produzioni. Noi vogliamo un manager alla guida del teatro che sappia rilanciarlo». Aggiunge Francesco Assisi, segretario Fistel-Cisl: «Il teatro ha deciso di trattenere circa 30 euro dallo stipendio per ogni giorno di malattia di ogni dipendente, anche se reduce da un intervento chirurgico. Non possiamo accettare queste misure». Cognata parla dello spettacolo di questa sera. «Andrà in scena? Vedremo. Al momento è difficile prevederlo».

E’ possibile leggere la versione integrale dell’articolo nell’edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi, giovedì 20 gennaio 2011.

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