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Palermo, giallo sulle multe: migliaia di verbali spariti

Scomparse 1.890 pratiche relative ad altrettanti ricorsi nel 2003, altre mille circa l’anno successivo. A sollevare il caso il consigliere comunale del Pd Davide Faraone che ieri mattina si è presentato in via Dogali, al comando dei vigili urbani

PALERMO. Scoppia un caso multe. Con fascicoli scomparsi e ricorsi smarriti e un bel po’ di contravvenzioni che alcuni cittadini hanno evitato di pagare. I fatti risalgono ad alcuni anni fa ma la gravità non è scalfita dal tempo. A sollevare il caso il consigliere comunale del Pd Davide Faraone che ieri mattina si è presentato in via Dogali, al comando dei vigili urbani.
Un blitz in piena regola perché Faraone lo scorso 10 dicembre ha presentato una lunghissima interrogazione molto circostanziata dove emergono cifre, dati e anche alcuni singoli episodi in cui sono coinvolti i vertici della polizia municipale. Un po’ di parapiglia ieri mattina negli uffici di via Dogali. Alla fine dichiarazioni ufficiali da parte dei vigili ancora non ce ne sono. Intanto dalle carte emergono fatti di una certa gravità. Sono sparite, per esempio, 1.890 pratiche relative ad altrettanti ricorsi nel 2003. Pertanto per la regola del silenzio assenso molti cittadini non hanno dovuto pagare la multa. Ma c’è di più: per 596 contravvenzioni la risposta al ricorso è giunta in prefettura in ritardo e pertanto il cittadino multato non ha più dovuto pagare. Tutto questo si evince da una serie di documenti del 2007 in cui emergeva «l’assoluta discontinuità nell’archiviazione e fascicolazione degli atti, collocati senza alcun razionale ed efficace ordine».
Così scrivono i vigili alla procura della Corte dei Conti che vuole vederci chiaro sulla gestione delle multe in via Dogali. Non è che nel 2004 le cose siano andate meglio. Perché un altro migliaio di ricorsi risulta non reperito e sono invece 803 le risposte ai ricorsi che in prefettura sono arrivate in ritardo consentendo di annullare la multa.
Ma Faraone va oltre. Perché nell’interrogazione vuole sapere «se risulta a verità che sono state annullate multe a un familiare dell’allora vice comandante Serafino Di Peri, oggi attuale comandante della polizia municipale, a un familiare dell’attuale vice comandante Vincenzo Messina, all’allora comandante Maurizio Pedicone. Tutti episodi avvenuti nel 2005». Nell’interrogazione sono citati gli episodi con tanto di numero di verbale, targhe di auto e data. Per Pedicone poi Faraone chiede se è vero che «all’epoca dei fatti era in possesso di un’autorizzazione che rendeva immune il suo veicolo privato da qualunque violazione sulla sosta. Chi ha rilasciato tale autorizzazione?». Di Peri e Messina non hanno voluto replicare agli interrogativi di Faraone. Mentre non è stato possibile rintracciare Pedicone.
Il consigliere del Pd racconta anche di alcuni episodi che riguardano «tale Stefano Santoro che nel 2003 è stata raggiunto da quattro multe a cui ha fatto sempre ricorso, contravvenzioni su cui i vigili non hanno mai controdedotto facendo di fatto annullare la sanzione. È il Santoro oggi assessore comunale? - si chiede Faraone -. E poi le motivazioni sostenute da Santoro erano tali da non poter replicare nulla al ricorso?».
Chiamato in causa, anche se indirettamente, l’assessore Santoro replica: «Mi è capitato di essere stato multato così come credo sia capitato a numerosi cittadini e da cittadino ho ritenuto infondata la contestazione o l’illecito contestatomi dai vigili e pertanto ho proposto ricorso al giudice di pace o al prefetto. Non posso ricordarmi di alcuni verbali di antica data. Non so perché i vigili urbani non hanno replicato, so di certo però che la mancata controdeduzione ai ricorsi contro multe non comportano automaticamente l’annullamento, anzi è vero l’esatto contrario. Cioè che se non si presenta l’opponente il ricorso viene rigettato».
Faraone aggiunge: «Quello che mi preme è si faccia chiarezza: non è possibile che ci siano diseguaglianze tra cittadini. C’è chi paga e chi la fa franca. È grave. Così come mi sembra chiaro che emergono chiare inefficienze. È per questo che ho chiesto anche i dati relativi anche agli anni successivi al 2005. Fino ai giorni nostri».

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