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Palermo, lo Iacp consegna 13 nuove case

Gli alloggi si trovano alle mura di Santa Teresa, nel quartiere della Kalsa. Una grande festa, ma restano ancora diecimila famiglie in attesa di un'abitazione popolare

PALERMO. Sogno, gioia, incredulità. Sono stati questi i sostantivi più gettonati ieri mattina alla Kalsa, dove lo Iacp ha consegnato le chiavi di 13 appartamenti che si trovano alle mura di Santa Teresa ad altrettante famiglie che da anni erano in attesa di un alloggio. Una grande festa, ma restano diecimila famiglie nella graduatoria delle case popolari. L'appuntamento è alle nove. Prima di ricevere le chiavi, gli assegnatari hanno dovuto aspettare per una quarantina di minuti l'arrivo del presidente dello Iacp Marcello Gualdani. Mai attesa però è stata tanto gradita. Visto che tutte le famiglie in questo momento ci sperano da anni. Come Maria Luisa Graziana. «Aspetto da 12 anni - racconta - e fino ad ora ho vissuto con mio marito e i nostri quattro figli in una stanza affittata al Capo. Sono stati anni difficili. Nei momenti più duri abbiamo anche pensato di occupare una casa abusivamente, ma alla fine non abbiamo mai perso la speranza. Finalmente posso dare un presente, e un futuro, migliore ai miei figli». In realtà le case sono state consegnate in custodia. Sono state montate le porte, gli infissi e i sanitari. «Perché - spiega Gualdani - in questo modo cerchiamo di evitare che gli alloggi vengano presi d'assalto dagli abusivi. Successivamente gli appartamenti saranno definiti, verrà data l'abitabilità e consegnato il contratto definitivo». Intanto, inizia l'appello per la consegna delle chiavi. Poco importa se gli operai col caschetto giallo in testa ancora lavorano sulle case da completare. Nunzio Lo Jacono entra e insieme alla moglie si gode la prima sigaretta fumata dal balcone di casa sua. «Sogno questo momento da 24 anni - afferma - e in tutto questo tempo con i miei due figli ho dormito ovunque». Ne hanno di storie da raccontare. Storie in cui il dramma si mescola con la voglia di farcela. Storie come quella di Roberto Tuzzolino, ancora incredulo per avere avuto quello che - come sancito dalla Costituzione - dovrebbe essere un diritto per ogni persona. «Sono in graduatoria dal 1993 - dice Tuzzolino - e oggi nella mia mente scorrono le immagini degli anni in cui ho vissuto con mia moglie e i miei sei figli in una stanza in via Schiavuzzo. Abbiamo fatto tanti sacrifici, abbiamo resistito alla tentazione di diventare abusivi per paura di perdere il posto in graduatoria. Ma oggi sono pieno di gioia». Il record di attesa, poco invidiato per la verità, spetta a Provvidenza Lo Nardo. Ventisette anni aspettando una casa. «Cosa provo? Oggi la felicità - risponde - ha preso il posto della rabbia accumulata in questi anni». Al contrario la più fortunata è Provvidenza Gioè, entrata in graduatoria «solo» sei anni fa. «Ho vissuto in affitto - dice - ma per pagare 400 euro al mese abbiamo dovuto fare i salti mortali. Ci hanno proposto di occupare case vuote, ma abbiamo preferito rimanere nella legalità». Per ristrutturare questo complesso lo Iacp ha tirato fuori un milione e ottocentomila euro. Ma Gualdani guarda avanti. «Il prossimo obiettivo - afferma il presidente dell'istituto autonomo - è sbloccare l'appalto per la ristrutturazione di sette alloggi che sono accanto a questi e per altri sei che si trovano nei pressi di piazza Caracciolo».  

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