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Wikileaks, gli Usa: i politici italiani non combattono la mafia

Le ultime rivelazioni del sito internet investono la malavita organizzata e si riferirebbero a una nota del console generale Usa a Napoli. Critiche anche alla Chiesa

ROMA. La politica italiana non si impegna abbastanza nella lotta alla mafia e critiche anche alla posizione della Chiesa cattolica. Sono le ultime rivelazioni di Wikileaks che adesso investono anche il panorama della malavita organizzata.

"I POLITICI NON COMBATTONO LA MAFIA"
"Anche se le associazioni imprenditoriali, i gruppi di cittadini e la Chiesa, almeno in alcune aree, stanno dimostrando promettente impegno nella lotta alla criminalità organizzata, lo stesso non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale". Lo scrive J. Patrick Truhn, console generale Usa a Napoli, in un dispaccio del giugno 2008 pubblicato da Wikileaks.

CRITICHE ANCHE ALLA CHIESA
La Chiesa cattolica "viene criticata per non assumere una forte posizione pubblica contro il crimine organizzato. Uno dei pochi preti che lo ha fatto, padre Luigi Merola, è ora sotto scorta, così come il vescovo di Piazza Armerina Michele Pennisi". Lo si legge in un cable siglato ancora una volta da Truhn e che risale al giugno 2008, ora pubblicato da Wikileaks, in cui sottolinea che Washington potrebbe considerare di "cercare maggiore cooperazione" del Vaticano sul fronte della lotta al crimine.

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