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Agrigento, ecco il “tesoretto” dell’Asp

Il “libro mastro” con l’elenco delle case donate da benefattori. I locali in Sicilia ma anche al Nord

AGRIGENTO. Lo spreco c’è stato. Senza ombra di dubbio, e per anni. Decenni. In un mare di nebbie ora l’unica certezza è una delibera del 29 luglio scorso. La numero 736. Porta la firma del direttore generale Salvatore Olivieri, dell’ingegnere Francesco Miccichè, del capo servizio al patrimonio Cinzia Schinelli e della dottoressa Caterina Chiatto. Con l’intervento anche dei direttore amministrativo Antonino Tavormina e di quello sanitario Gerlando Sciumè.
C’è scritto «modifica e provvedimenti conseguenziali, determinazione consistenza patrimonio immobiliare». Tradotto in lingua corrente vuol dire che è questo il «libro mastro» con tutto l’elenco del patrimonio disponibile. Prima non c’era, e tutti questi «tesori» se li godevano in pochi ed in prezzi stracciati. Ora, invece, c’è e l’Asp farà di tutto per far pagare affitti così come esige la legge di mercato.
«Lo sa a quanto ammonta il canone di affitto di un podere con un fabbricato e terreni per 200 ettari?» si chiedeva indignato al telefono Salvatore Olivieri nei giorni scorsi. E dalla cornetta arrivata schietta, schietta la risposta: «Appena 5 mila euro in un anno», tuonava la voce del direttore generale, originario di Catania. Il punto è proprio questo. C’è un immenso patrimonio a perdere. Case, palazzi, poderi, vigneti, mandorleti, garage, attici, primi piani e mansarde concessi come se non avessero valore. Come dare «san calò ai picciliddri». Beni a perdere. Perchè? Se lo chiede Olivieri che alla domanda ne aggiunge un’altra. Perchè nessuno ha rifatto i conti, aggiornato il valore degli immobili portandoli ai reali valori di mercato? Perchè?
L’articolo integrale e l’elenco delle proprietà dell’Asp sul Gornale di Sicilia (edizione locale).

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