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Orchestra sinfonica di Palermo, a rischio il concerto di capodanno al Politeama

Braccio di ferro tra i maestri precari e l'assessorato regionale al Turismo. Chiesto il rinnovo dei contratti. L'assessore Tranchida: "Ci sarà la proroga"

PALERMO. Giocano al tira e molla, anche nell'ultimo giorno dell'anno, i precari della fondazione Orchestra sinfonica siciliana e l'assessorato regionale al Turismo. Questa volta, però, se la corda si spezza il rischio è di lasciare a casa, con il solo rimborso dei biglietti tra le mani, i novecento ospiti che già pregustavano un Capodanno musicale al Teatro Politeama.
Due i motivi del contendere: il rinnovo dei contratti di lavoro che scadono oggi per 35 maestri d'orchestra precari e la modifica di alcune parti dello statuto della fondazione. «Se non verranno stilati in tempo i contratti per la proroga dell'attività lavorativa dei precari - minacciano gli orchestrali, capitanati da Fials e Cisl, che ieri mattina hanno convocato una conferenza stampa - allora il Concerto di Capodanno non si farà».
«Senza un regolare contratto - rincara Ferdinando Caruso, della Cisl - il lavoratore non può entrare nello stabile. Ad ora (ieri pomeriggio, ndr) non è ancora stato redatto».
Dal canto suo, l'assessore regionale al ramo Daniele Tranchida sembra proprio non starci all'aut-aut imposto dalle maestranze dell'Orchestra: «Il problema non sussiste - puntualizza il politico - C'è una delibera del consiglio di amministrazione che stabilisce la proroga quadrimestrale dei contratti per i primi quattro mesi del nuovo anno».
Ad infiammare gli animi, però, c'è anche la decisione dell'assessorato di modificare alcune parti dello statuto della fondazione: mentre i lavoratori puntano il dito contro la scelta di affidare la carica di presidente ad un esperto esterno e non più all'assessore di turno, e di trasferire il potere decisionale dal sovrintendente al consiglio di amministrazione, Tranchida taglia corto: «La modifica va fatta, non c'è nessun altro caso in Italia dove il controllore corrisponde alla stessa figura del controllato».
«Tutte le scelte, compresa quella del direttore artistico - ribatte Caruso - non dipenderanno più dal sovrintendente. Inoltre, se il presidente non sarà l'assessore ma un esperto esterno, il rischio è di stravolgere la legge 367 che affida l'incarico ad un politico. Sembra - conclude il sindacalista - che ci sia la volontà di disfarsi della fondazione». Il sovrintendente Ester Bonafede, invece, chiede «un maggiore approfondimento, per una modifica che nasca dalla collaborazione».
Nel marasma generale, come se tutto ciò non bastasse, si spacca il fronte delle sigle sindacali: Uil e Cgil, infatti, definiscono legittimi i cambiamenti allo statuto e, a scanso di equivoco, prendono le distanze dalle forme di protesta più estreme. «Vogliamo il rinnovo dei contratti - spiega Benito Carollo, segretario territoriale Uil - ma suoneremo comunque». E sulla modifica dello statuto è chiaro: «Sì al consiglio di amministrazione, visto che nel passato tutte le strutture pubbliche culturali erano gestite in modo collegiale e funzionavano. Sì anche al presidente esterno, perché un assessore è sempre molto impegnato».
C'è un unico punto su cui tutti sembrano proprio essere d'accordo: «Non vogliamo l'acquisizione della legge Bondi - dicono - che farebbe perdere in appello i precari che lottano per la stabilizzazione». E lo stesso assessore Tranchida assicura: «Non tutta la legislazione nazionale viene recepita in blocco, ogni caso va esaminato a parte».

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