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Tasse, Cgil: catanesi tartassati

CATANIA. La tredicesima mensilità dei catanesi va in fumo per pagare tasse, saldare i debiti, mutui, tassa di circolazione, canone Rai ed altro. I consumi? Ridotti al minimo o anche meno. E' la "fotografia" della condizione dei cittadini di Catania scattata dalla Cgil, che durante un incontro nella Camera di Commercio ha reso noti i dati del Ministero dell'Interno elaborati dal Centro studi della Cgil Sicilia (Cerdfos) e dall' Ires Cgil Catania, secondo i quali tra il 2005 e il 2007 la pressione dei tributi locali sui redditi dei contribuenti cittadini ammonta a 443 euro pro-capite. Nello stesso periodo in Sicilia la pressione tributaria locale è stata di 243,2 euro e in Italia di 357 euro pro-capite. Dai dati risulta che a Catania il reddito medio annuo si aggira intorno ai 21 mila euro, e che il catanese "gode" di una tassazione aggiuntiva del 2,11 per cento. Inoltre la tassa sulla raccolta dei rifiuti urbani. "I catanesi - ha detto il segretario confederale Giusi Milazzo - pagano il prezzo di una cattiva politica e lo scotto per una cattiva amministrazione locale. Crediamo che sia arrivato il momento di aprire tavoli di confronto e di contrattazione sociale per mettere in relazione tariffe, trasporti, housing sociali, tasse, per poi fare un quadro complessivo". "Tassazione e tariffazione - ha detto il segretario generale Angelo Villari - sono assolutamente incompatibili con la situazione economica e lo stato sociale di questa città. Una delle chiavi risolutive potrebbe essere proprio la lotta all'evasione fiscale".

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