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Prestigiacomo lascia il Pdl "Ma resto nel governo"

Il ministro dell'Ambiente polemica col partito vota in contrasto con la maggioranza

ROMA. Visibilmente scossa e in lacrime, Stefania Prestigiacomo dice ai giornalisti che di "non riconoscersi più" nel Pdl. In polemica con Fabrizio Cicchitto, sottolinea: "sono amareggiata per come sono andate le cose in Aula, pertanto, non mi riconosco più in questo Pdl, mi dimetto, me ne vado al gruppo misto, ma resto al governo. Ovviamente poi chiarirò tutto questo con il presidente Berlusconi".
"Di sicuro - aggiunge Prestigiacomo - Fabrizio Cicchitto non può essere più il mio capogruppo".
La decisone della Prestigiacomo è stata presa quando l'Aula doveva esaminare l'articolo 5 della proposta di legge sul'imprenditorialità ed il sostegno al reddito, il quale contiene "disposizioni in materia ambientale".
In particolare, l'articolo in via transitoria, esonera le imprese costituite da disoccupati e cassintegrati dagli obblighi previsti in materia di comunicazione e catasto dei rifiuti, di registro di carico e scarico dei rifiuti e di iscrizione all'Albo nazionale dei gestori ambientali. Sulla norma, difesa dalla maggioranza ma anche dal presidente della commissione Lavoro, Silvano Moffa (ex Pdl, poi Fli, ora Misto) il ministro Prestigiacomo aveva chiesto di soprassedere, osservando che quell'articolo si sovrappone alle novità che già sono in cantiere in materia di smaltimento dei rifiuti, aggiungendo che il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si era impegnato a presentare parere contrario sull'articolo 5. Fli ed Udc hanno appoggiato la richiesta di rinvio in Commissione, avanzata dal Pd, passata per soli tre voti. A quel punto, Prestigiacomo ha preso le sue carte ed ha abbandonato l'Aula.
In serata poi è arrivato una nota di Palazzo Chigi che parla di caso rientrato dopo la mediazione di Gianni Letta.

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