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Berlusconi: sì al tavolo con il Terzo Polo

Conferenza stampa di fine anno per il premier che parla a tutto campo di elezioni, alleanze e magistrati. Proposta una "commissioni d'inchiesta per i giudici eversivi"

ROMA. Tutto si deciderà a gennaio: o la maggioranza si allargherà o si andrà al voto. Che però bisogna cercare di evitare, e per farlo è "ragionevole" pensare ad aprire il dialogo con il Terzo Polo. Durante la conferenza stampa di fine anno Silvio Berlusconi va a tutto campo, dicendo la sua sul futuro del governo, ma anche attaccando duramente i pm "eversivi", mettendo in dubbio l'equilibrio della corte costituzionale e sostenendo che se la consulta bocciasse la legge sul legittimo impedimento sarebbe "una sentenza politica".




MAGGIORANZA. "Siamo assolutamente convinti che potremo ampliare la maggioranza alla Camera", dice il presidente del consiglio. La sua previsione è che altri deputati seguiranno quelli che già hanno dato il loro sostegno al governo.


ALLARGAMENTO O ELEZIONI. Berlusconi, dicendo di essere in perfetta sintonia con Napolitano, insiste sulla "irragionevolezza" delle elezioni. Ma non le esclude affatto. "Ho posto io ala Lega il termine di gennaio per prendere una decisione definitiva. Se avremo una maggioranza che ci consenta di approvare le riforme utili e necessarie avremo il dovere di continuare. Se invece non dovesse esserci una maggioranza per governare, e non per galleggiare, la cosa migliore sarebbe di avere una nuova possibilità ".


TERZO POLO. Nonostante non faccia niente per dissimulare la sua irritazione verso l'ex alleato Gianfranco Fini, Berlusconi lascia aperta la porta a un'intesa con il Terzo polo. Aprire un tavolo con il nuovo schieramento per evitare il voto, dice, sarebbe "assolutamente ragionevole".


325. L'obiettivo dell'allargamento della maggioranza è quello di arrivare "almeno a 325 voti" alla Camera, attraverso il coinvolgimento di singoli deputati "che hanno motivo di delusione o di contrasto con i loro gruppi". Per accogliere i transfughi ci saranno il nuovo gruppo "di responsabilità nazionale" e forse anche un altro gruppo parlamentare di nuova formazione.


PROCESSI. Nell'ipotesi di una bocciatura della legge sul legittimo impedimento "andrò in tv, nei convegni e nei comizi di piazza per spiegare la situazione dei processi che sono basati su accuse incredibili, esilaranti", dice Berlusconi. Dappertutto tranne che nelle aule del tribunale? Gli viene chiesto. "Certo, andrò personalmente a difendermi nelle aule di tribunale".


PM EVERSIVI. Di fronte a erte dichiarazioni "non si può negare che ci sia una volontà e un'associazione nella magistratura tesa all'eversione". Se dovesse saltare lo scudo processuale "presenteremo una richiesta al Parlamento per dar vita a una commissione che stabilisca se esiste un'associazione di magistrati a scopi eversivi".


CORTE COSTITUZIONALE. Berlusconi sostiene che la composizione della Consulta è troppo sbilanciata a sinistra per colpa delle nomine fatte dagli ultimi presidenti della Repubblica. E se dalla consulta dovesse arrivare la bocciatura della legge sul legittimo impedimento "sarebbe una sentenza politica". Ma dire una cosa del genere non è un'intimidazione?: "ma no, hai voglia se questi si fanno intimidire... Dire una cosa del genere mi danneggia, i miei avvocati mi sconsigliano".


FINI. Berlusconi prosegue nel suo attacco a testa bassa contro il presidente della Camera. Non parla esplicitamente di dimissioni ma fa capire che non gli dispiacerebbero: "Il presidente della Camera deve essere un'istituzione super partes e Fini non lo è stato soprattutto ora che è diventato leader di un partito collocato all'opposizione". Berlusconi non crede sia più possibile una ricucitura e respinge il parallelo con il rapporto Prodi-Bertinotti: "Non ritengo che ci possa essere un futuro riavvicinamento".


2013 E QUIRINALE. per quella data, ammesso che sia l'anno delle elezioni, Berlusconi non si vede come candidato premier. Ci sono "forze nuove che si stanno appalesando, io potrei partecipare alla campagna elettorale ma interrompendo lì il mio impegno". Un impegno che però potrebbe continuare altrove: Berlusconi auspica che il prossimo presidente della Repubblica possa provenire dalle file del centrodestra "dopo tre presidenti espressione dell'altro schieramento". E' un'autocandidatura? Il premier glissa: "Quando si parla di questo, io ho il mio candidato". Ma non dice di più.


BARBARA. Le parole della figlia sulla sua vita privata hanno evidentemente lasciato il segno. Berlusconi, un po' teso, le liquida chiamando in causa la ex moglie Veronica Lario: "Si sa che molto spesso i figli risentono dell'influenza della madre". E ripete la sua linea difensiva circa le sue frequentazioni femminili: tanto lavoro, una serata di svago alla settimana con gli amici, "e visto che ho senso estetico sono contento se c'é qualche bella ragazza". "Io sono una persona normale, posso essere un esempio per tutti".


IN TV CON ALTRE REGOLE. Berlusconi torna a lamentarsi delle regole dei talk show televisivi. Regole che lo hanno convinto a rifiutare gli inviti ai faccia faccia. Se fossero cambiate, se ai conduttori fosse imposta imparzialità nel fare le domande e nell'assegnare i tempi, andrebbe in tv a confrontarsi anche con Fini.


PDL. Il nome cambierà, e sarà probabilmente una parola, non una sigla. Gli acronimi "non comunicano emozioni".

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