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L'Uomo dell'anno 2010 è il creatore di Facebook

Il Time ha scelto Mark Zuckermberg, ignorando il sondaggio in rete che aveva ampiamente premiato Julian Assange, creatore di Wikileaks

NEW YORK. Siamo quasi 7 miliardi di persone nel nostro pianeta, e tra tutte solo pochi possono ambire al prestigioso riconoscimento di "Uomo dell'anno". Ma quali sono i criteri per stabilire chi si merita davvero questo titolo? Fare qualcosa di rilevante a livello planetario e che sia fondamentale per gli anni avvenire?
La rivista statunitense "Time" ha deciso quest'anno di nominare Mark Zuckerberg, creatore di Facebook. Il famoso social network ormai conta più di 600 milioni di utenti, poco meno di un decimo della popolazione mondiale lo utilizza e la sua espansione sembra inarrestabile. Ma la creazione di un sistema di interconnessione telematico tra milioni e milioni di persone è davvero degno di meritarsi il riconoscimento? Non secondo i lettori del settimanale che invece tramite un sondaggio in rete avevano ampliamente scelto Julian Assange, creatore di Wikileaks. Il portale di informazione che ha pubblicato migliaia di documenti top secret dell'amministrazione americana. Una valanga di informazioni che nessuno doveva venirne a conoscenza e che mostrano le verità mai rilevate sui rapporti diplomatici ed economici della principale potenza mondiale, gli Stati Uniti.
Richard Stengel direttore del Time afferma: «In un certo senso sono due facce della stessa medaglia, perché ambedue esprimono un desiderio di apertura e trasparenza».
«Mentre Assange attacca le grandi istituzioni - prosegue Stengel- ed i governi attraverso una trasparenza involontaria con l'obiettivo di togliere loro potere, Zuckerberg permette agli individui di condividere informazioni su base volontaria con l'idea di dar loro più potere. Assange vede un mondo pieno di nemici veri ed immaginari, mentre Zuckerberg vede un mondo pieno di amici potenziali».
Il lavoro del giornalista australiano è senz'altro degno di nota, un lavoro posto sotto la bandiera della libertà di stampa e della verità, così come pure la creativita del fondatore di Facebook. Eppure in un mondo dove l'economia sta crollando, dove i problemi climatici sembrano non essere un problema, dove l'incremento della soglia di povertà colpisce anche i paesi più ricchi, dove la violenza e le guerre sono l'unico mezzo di dialogo, dove milioni di bambini patiscono la fame, dove si prendono ad esempio modelli stereotipati privi di valore sono solo questi due uomini gli unici davvero ad essere degni a poter ambire al titolo "Uomo dell'anno"?

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