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Operazione “Addiopizzo 5”: tre capimafia tra gli arrestati

I presunti boss avrebbero gestito gli affari sotto il governo dei Lo Piccolo tra Isola, Terrasini e Montelepre. Fondamentale l'apporto dei collaboratori di giustizia

PALERMO. Pietro Bruno, 64 anni, ritenuto al vertice delle famiglie mafiose di Capaci e Isola delle Femmine dal 2000; Salvatore D'Anna, 50 anni, a capo del clan di Terrasini; Giuseppe Di Bella, 52 anni, punto di riferimento nel territorio di Montelepre dal 1998. Sono loro i tre presunti capi di Cosa nostra, che avrebbero gestito gli affari sotto il governo dei Lo Piccolo, arrestati nell'ambito dell'operazione “Addiopizzo 5”, il blitz della polizia che ha portato in carcere 63 persone.
Per individuare i boss è stato fondamentale il sostegno dei collaboratori di giustizia. Francesco Franzese, Gaspare Pulizzi e Maurizio Spataro, ad esempio, hanno identificato Pietro Bruno come il “responsabile e referente del territorio di Capaci e Isola delle Femmine sin dal 1998”. Secondo Spataro, inoltre, Bruno si sarebbe interessato anche di questioni legate al pizzo.
Nel caso di Salvatore D'Anna, boss di Terrasini, sono state importanti le rivelazioni di Michele Seidita, già reggente del mandamento di Partinico e collaboratore di giustizia dal 2002. Secondo il pentito, D'Anna sarebbe stato a capo del territorio già al tempo in cui “Terrasini faceva mandamento di Partinico” e ha spiegato che, su suggerimento di Salvatore Lo Piccolo, fu lui stesso a “mandare a chiamare D'Anna per metterlo a Terrasini”.
Per quanto riguarda Giuseppe Di Bella, già condannato a due anni per associazione mafiora fino al 1998, è stato Gaspare Pulizzi a indicarlo come “l'uomo d'onore della famiglia di Montelepre”. Inoltre, ci sarebbe un pizzino, scritto da Salvatore Lo Piccolo, che dimostrerebbe l'incarico di riscuotere il pizzo affidato da Lo Piccolo a Di Bella sui lavori di completamento della rete fognaria di Capaci.

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