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Palermo, la Florio miracolata: nel 2009 rischiò il naufragio

Secondo la perizia nessuno si accorse delle fiamme. L’impianto antincendio e quello di comunicazione andarono subito in avaria. La Capitaneria di porto va contro chi doveva gestire l'emergenza

PALERMO. Il 29 maggio 2009 la Vincenzo Florio, in viaggio per Palermo, ha rischiato  seriamente il naufragio, a causa di un incendio che nessuno riuscì a domare. L’impianto antincendio, come riporta il Giornale di Sicilia in edicola oggi, infatti, andò in avaria dopo quattro minuti e nessuno se ne accorse e la schiuma venne riversata nel ponte sbagliato.La nave era stata progettata con la chiusura delle “serrande” (le porte tagliafuoco) che poteva essere azionata solo dall’interno, cioè dal luogo in cui era scoppiato l’incendio. E dato che l’aria continuava a entrare, l’incendio fu alimentato e durò per circa 24 ore. Non solo. Anche l’impianto di comunicazione, andò subito in tilt, visto che i cavi passavano pure dai locali incendiati. E infine andarono in avaria anche i due timoni.
Nonostante questo, la sera prima di quel 29 maggio, la Capitaneria di porto di Napoli aveva rilasciato il  certificato sicurezza passeggeri e la nave era partita. I 513 passeggeri a bordo della nave e i 53 membri dell’equipaggio sono stati protagonisti di un miracolo.
L’alto ufficiale della Capitaneria di porto di Palermo, incaricato degli accertamenti dal ministero dei Trasporti, punta il dito contro chi doveva intervenire per gestire l’emergenza. Sostiene che il comandante, il direttore e il primo ufficiale di macchina agirono dimostrando «insufficiente preparazione e/o inettitudine ». Stessa accusa per il team di emergenza della Tirrenia, che, da terra, non avrebbe «fornito l’adeguato supporto tecnico durante l’emergenza».
Nell’inchiesta penale sono indagati i proprietari degli automezzi da cui sarebbero divampate le fiamme e tre degli ufficiali di bordo. La Tirrenia è considerata persona offesa, ma i legali dei due autotrasportatori sono pronti a dimostrare le responsabilità della compagnia.
Maggiori dettagli nell’edizione del Giornale di Sicilia di oggi.

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