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Wikileaks, triplice disastro per gli Usa

Bisognerà attendere diversi giorni per capire se la pubblicazione da parte di Wikileaks e di quattro grandi giornali occidentali di 251.257 dispacci e 8.000 direttive sottratti all'archivio elettronico del Dipartimento di Stato americano sarà veramente - come ha detto il nostro Ministro degli Esteri Frattini - l'11 settembre della diplomazia. Certo, le premesse ci sono tutte: in un ultimo, quasi disperato tentativo di indurre il ´terrorista mediatico' Julian Assange a rinunciare all'iniziativa, il governo americano aveva scritto che la diffusione di questi documenti ´mette in pericolo molte vite innocenti, di giornalisti, attivisti di diritti umani, soldati e informatori e compromette importanti operazioni internazionali per contrastare la proliferazione nucleare e il terrorismo'. Inoltre, complicherà senz'altro le relazioni degli Stati Uniti con un gran numero di Paesi, amici e avversari, minando per lungo tempo il rapporto di reciproca fiducia. Per quanto Washington faccia per porre rimedio alle rivelazioni, profondendosi in scuse insolite per le sue abitudini, per gli americani si tratta di un triplice disastro: primo, perché una grande potenza che non riesce a proteggere i suoi segreti da una banda di hacker, facendosi sottrarre senza colpo ferire una massa enorme di documenti riservati o addirittura supersegreti, fa una figura a dir poco ridicola; secondo, perché in un momento già difficile l'amministrazione Obama sarà costretta sulla difensiva; terzo, perché tutti i leader descritti in modo poco lusinghiero, o addirittura distruttivo, nei rapporti degli ambasciatori americani se la legheranno al dito e potrebbero modificare il loro rapporto con Washington. Magari Ahmadinejad non sarà sorpreso di essere equiparato a Hitler, Karzai di essere considerato un po' paranoico, la signora Merkel di essere definita ´raramente creativa e refrattaria ai rischi'. Lo stesso Berlusconi non dovrebbe stupirsi granché di essere associato a ´feste sfrenate', e neppure di avere suscitato sospetti e irritazioni oltre Atlantico per i suoi stretti rapporti con Putin e con Gheddafi, ma certo non gradirà di essere stato definito in un paio di dispacci incapace, vanitoso e inefficace. Se non è una novità lo scarso "feeling" di Obama per l'Europa, costatato nei fatti prima ancora che nelle parole dei suoi diplomatici, un personaggio permaloso come Sarkozy se la prenderà di certo per essere stato definito ´un imperatore nudo', e i russi Medvedev e Putin non mancheranno di risentirsi per i giudizi negativi di Washington, proprio in un momento in cui i rapporti tra i due Paesi erano in via di miglioramento.
Il pericolo maggiore delle rivelazioni di Wikileaks riguarda comunque gli sviluppi che potrebbe avere nelle aree di crisi, Medio Oriente, Iraq, Afghanistan, Pakistan, Estremo oriente, dove gli equilibri sono estremamente instabili, i rapporti di fiducia tra gli Stati essenziali, la diplomazia Ë per definizione segreta e una rivelazione imbarazzante potrebbe davvero mandare all'aria operazioni cruciali per la sicurezza del pianeta. Esplosiva - per esempio - è la conferma che gli alleati arabi degli Stati Uniti (cioè Arabia Saudita e Unione degli Emirati, cui Hillary Clinton ha sentito la necessità di telefonare di persona) hanno chiesto a Washington un attacco preventivo all'Iran per fermare la sua corsa all'atomica.
Se davvero la pubblicazione dei documenti facesse precipitare una qualche crisi, il signor Assange, che oggi molti portano in palmo di mano come portatore di chiarezza nei rapporti internazionali e cui grandi organi di stampa hanno fatto da portavoce, meriterebbe di essere inserito nell'elenco dei grandi criminali internazionali. Non si è mai capito quali siano i veri scopi di questo ambiguo personaggio, ora perseguito anche per stupro in Svezia, visto che colpisce solo l'America (e, indirettamente, tutto l'occidente), risparmiando Cina e Russia. I sospetti che non agisca solo perseguendo nobili ideali prendono ulteriore consistenza. E c'è davvero da sperare che i risultati della sua piratesca operazione non vengano ulteriormente sfruttati per alimentare la polemica politica.

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