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Il Papa si racconta nel libro "Luce del mondo"

La conversazione tra Benedetto XVI e il giornalista tedesco Peter Seewald nel libro edito da oggi in Italia dalla Lev. Chiesa, pedofilia e viaggi tra i temi affrontati

CITTA' DEL VATICANO. Risposte precise, dirette e argomentate sul Papa, la Chiesa e se stesso, che spaziano dal giorno dell'elezione al discorso di Ratisbona, dallo scandalo dei preti pedofili alla fatica dei viaggi, dal confronto con l'ingombrante predecessore alla apertura sull'uso del preservativo.
«Luce del mondo», conversazione di Benedetto XVI con Peter Seewald, è nato l'estate scorsa a Castel Gandolfo, quando Joseph Ratzinger ha accettato di rispondere a tutte le domande che gli poneva il giornalista tedesco che già lo intervistò da cardinale. Edito da oggi in Italia dalla Lev, con una tiratura iniziale di 50 mila copie e per il 2 dicembre è prevista la prima ristampa. Perchè lo ha fatto? «Ha pensato che parlare alla gente di oggi, in un linguaggio semplice e colloquiale, su tante questioni che la gente si pone, fosse un buon servizio che egli poteva rendere», spiega il suo portavoce padre Lombardi. Il Papa spiega alcune decisioni, riconosce errori, si confronta con la modernità e con i media e affronta temi scottanti, tra cui l'ipotesi di dimissioni del papa in caso di impedimento. Ma, precisa, lui non ha mai pensato a dimettersi per lo scandalo della pedofilia: «non si può scappare nel momento del pericolo».

Questi alcuni dei temi affrontati nel libro.
"Pedofilia": le dimensioni dello scandalo «furono uno shock enorme» e «vedere il sacerdozio insudiciato in questo modo è stato difficile da sopportare». Negli abusi sessuali e nei casi di pedofilia dei preti, a partire dagli anni Sessanta, si era dimenticata la necessità di punire. Si tratta ora di recuperare «il diritto e la necessità della pena», perchè l'amore è anche «verità».
"Caso Williamson": se avesse saputo che Williamson era un negazionista non avrebbe ritirato la scomunica. Ma nell' «ebraismo mondiale ci sono molte persone che mi conoscono» e «si sono affrettati a testimoniare che mai avrei riammesso un negazionista».
"Preservativo": «Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza il profilattico, e questo può essere un primo atto di responsabilità. Dal punto di vista giornalistico il viaggio in Africa è stato del tutto oscurato da un'unica mia frase» sul fatto che non si può affidare solo ai preservativi la lotta contro l'Aids.
"Omosessualità": è «una grande prova» di fronte alla quale una persona può trovarsi, «così come una persona può dovere sopportare altre prove». Ma «non per questo diviene moralmente giusta».
"Wojtyla e viaggi": «Le visite pastorali richiedono tanto ad uno come me». «Naturalmente a volte sono preoccupato e mi chiedo se riuscirò a sopportare il tutto anche solo dal punto di vista fisico. Ma non credo di avere la febbre da luce dei riflettori perchè tutto è preparato molto bene». E alla domanda se è un problema non avere le caratteristiche di papa Wojtyla risponde: «Mi sono semplicemente detto che sono quel che sono. Non cerco di essere un altro. Quel che posso dare dò, e quel che non posso non cerco nemmeno di darlo».
"Ratisbona": «Non mi ero reso conto che lì il discorso di un Papa non viene considerato da un punto di vista accademico, ma da quello politico». Dall'errore frutti positivi: «una riflessione che poi è divenuta dialogo» con studiosi e autorità musulmane.

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