PALERMO. Lavoreranno otto ore in più a settimana e la loro busta paga lieviterà di 250 euro netti al mese. Accordo fatto sul nuovo contratto di 240 dipendenti della Beni culturali spa. L’assessore regionale Uccio Missineo e i sindacati hanno siglato ieri l’intesa che prende le mosse dall’obiettivo di rendere possibile l’apertura pomeridiana di musei e siti archeologici più a lungo e in più giorni rispetto a quanto non accada adesso.
Il personale che vedrà aumentare ore di lavoro e stipendio è quello del bacino ex Spatafora: 240 persone che alla chiusura degli storici negozi di calzature erano stati paracadutati dalla Regione. Il governo circa 5 anni fa creò un bacino a cui si agganciarono anche i dipendenti di Miraglia e dell’azienda di Libero Grassi rimasti senza lavoro. Tutti furono assunti dalla Beni culturali spa.
L’intesa siglata ieri prevede che l’impiego di questi dipendenti cresca da 20 a 28 ore settimanali. «Ciò permetterà - precisa Uccio Missineo - di aprire al pomeriggio più spesso i musei e i siti grazie al fatto che la turnazione sarà modificata». L’orario di lavoro prima di questo accorda prevedeva un servizio giornaliero di quattro ore al mattino o al pomeriggio. Ora - spiegano in assessorato - tutto verrà riprogrammato in funzione delle esigenze dei vari siti. L’apertura di musei e zone archeologico al pomeriggio e nei festivi è una delle proposte avanzate dal Giornale di Sicilia nella campagna nata dopo le proteste dei turisti che avevano trovato chiuso Palazzo Abatellis a Palermo.
La maggior parte dei 240 dipendenti che beneficieranno dell’accordo lavorano proprio a Palermo: si tratta di 120 persone circa impiegate presso l’Abatellis, il museo Salinas, la Zisa, l’Albergo delle povere e la Palazzina cinese. Le altre persone sono impiegate per lo più fra Messina, Catania, Siracusa, Trapani e Agrigento. Probabilmente - anticipano i sindacati - sarà dunque possibile una maggiore fruizione di siti quali Segesta, teatro di Taormina, Casa di Verga e museo Paolo Orsi.
La Uil, con Gianni Borrelli, si è detta soddisfatta a metà dall’accordo raggiunto: «Riusciremo a valorizzare meglio i gioielli siciliani. Ma il sindacato avrebbe preferito un allungamento dell’orario di lavoro a 36 ore. È questo il nostro obiettivo anche per il futuro». Mossa che vede d’accordo il vice sindaco di Palermo e deputato regionale Marianna Caronia (Pid): «È necessario che la Regione dia un contratto full time a questo personale. Chiederò perciò al governo un atto di responsabilità nei confronti dell'intero settore dei beni culturali. Modificando il contratto di questi lavoratori da part time a full time sarà possibile contribuire a rilanciare la fruizione e l'economia dei nostri siti culturali, smantellando l'accusa di scarsa attenzione che spesso ci siamo visti rivolgere».
Borrelli ha aggiunto che «la Regione coprirà i costi con i maggiori incassi che deriveranno dall’apertura prolungata di musei e zone archeologiche». L’operazione costa in realtà un milione all’anno e non è prevedibile al momento se davvero potrà essere coperta dagli introiti frutto dei biglietti staccati. Anche per questo motivo sindacati e assessore hanno integrato l’intesa: «È stato deciso - ha concluso Borrelli - di impiegare i fondi che erano destinati per progetti a chiamata. Si tratta di quelle occasioni in cui attività particolari permettevano di reclutare per pochi giorni personale. Evidentemente ora si farà fronte con risorse interne».
Sicilia, musei aperti anche il pomeriggio
Accordo sul contratto dei custodi: lavoreranno otto ore in più a settimana e la loro busta paga aumenterà di 250 euro
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