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Inter, si apre il “Toto-Benitez”

In molti sono convinti che l’allenatore andrà via presto dalla corte di Moratti. Una strada? Probabilmente Capello, un matrimonio a lungo rimandato

Il totoallenatore impazza: chi all'Inter, dopo Benitez? Con tutto il rispetto per il Gran Varietà degli opinionisti, da semplice cronista - quindi con i dati che posseggo - non farei mai il nome di Leonardo, un signore che è rimasto rossonero anche se il Milan l'ha praticamente messo alla porta; nè spenderei la soluzione Spalletti, un po’ perché un incontro c'è stato, a suo tempo, dopodiché il signore di Certaldo se n'è andato a San Pietroburgo dove sembra star benissimo, per soddisfazioni personali, professionali. E per soldi.
Nè scomoderei il grande Trap, che si è meritato con una carriera strepitosa il diritto di non farsi trascinare in altre vicende turbolente con qualche Strunz in attività permanente. Moratti deve solo fare un numero di telefono e dire «Fabio, vieni via con me». Son convinto che il matrimonio Inter-Capello, più volte rinviato, sia ormai maturo: fra le persone c'è rispetto, anzi stima, e per un dopo Mourinho tormentato più di quanto si potesse immaginare, con una situazione sfuggita di mano al pur bravo Benitez, solo il duro oggi Ct dell'Inghilterra potrebbe rimettere in carreggiata una squadra che sta perdendo i suoi campioni non solo per incidenti fisici ma soprattutto per danni psicologici.
L'obiezione è pronta: Capello vive alla grande la sua avventura inglese alla faccia dei tabloid che gli danno del fesso, ha un ricco contratto di ferro garantito non da un presidente capace di pentirsi e furbeggiare ma da una delle federazioni più potenti e stimate del mondo. Non lo nego, ma sono convinto che proprio in questo momento fortemente polemico per Capello una chiamata lo convincerebbe e toglierebbe dall'imbarazzo anche i suoi datori di lavoro. È un'ipotesi di lavoro ma in ogni caso non è campata in aria la necessità di svegliare l'Inter da un maligno torpore che somiglia sempre di più alla malattia del sonno: la Bella Addormentata è in caduta libera e dopo il derby perduto senza una lotta convincente ha confermato crisi fisica e di idee a Verona, finendo massacrata da un Chievo audace e ordinato e mai a rischio nonostante un organico nettamente inferiore.
Le «lezioni veronesi» erano un tempo storica prerogativa del Milan (vedi Rocco e Sacchi vittime illustri della Fatal Verona): adesso è l'Inter al centro dei festeggiamenti dei tre/quattromila tifosi degli «Asini volanti» che hanno già vissuto la magica notte del San Paolo quando i gialloblù piegarono per 3 a 1 lo squadrone dei Tre Tenori Cavani, Lavezzi e Hamsik. E son proprio i campioni a soffrire la bravura dei ragazzi di Pioli, un tecnico che farà strada: ieri è toccato a Etòo esibire la frustrazione suscitata dal gol di Pellissier con una testata a Cesar; un gesto a dir poco folle, un inquietante dejà vu, se si pensa che è stato «fotocopiato» dalla capocciata di Zidane a Materazzi ai Mondiali del 2006; una (mala) azione da prova tivù e tre giornate di stop.
È possibile che l'Inter vada avanti così in campionato, in Champions e magari fino alla Coppa Intercontinentale? Un problema e una soluzione alla volta, sento dire: perfetto, prima il nuovo tecnico eppoi un'analisi seria dei comportamenti dei giocatori che sembrano avere crudelmente «scaricato» Benitez per salvare se stessi. E subito un inseguimento deciso e coraggioso al Milan, alla Roma e alla Juvntus che minacciano di prendere il largo.

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