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Sarah, Misseri: "L'ha uccisa Sabrina e non l'ho violentata"

Lo zio della ragazzina uccisa lo scorso 26 agosto cambia di nuovo la versione dei fatti, fornita in undici ore di interrogatorio

AVETRANA. Fu Sabrina ad uccidere Sarah strangolandola con una cinta nel garage di casa, lui si sarebbe occupato solo dell'occultamento del cadavere e non ne avrebbe abusato in campagna, così come una settimana prima del delitto non avrebbe tentato approcci sessuali nei confronti della nipote. E' l'ultima versione, ancora una volta diversa dalla precedente e anche in questo caso riempita con alcuni "non ricordo", di Michele Misseri sull'omicidio di Sarah del 26 agosto, fornita in undici ore di interrogatorio sotto forma di incidente probatorio nel carcere di Taranto.   


Una versione molto vicina a quella del 5 novembre scorso, nella parte in cui ribadisce che l'autrice materiale dell'omicidio è la figlia Sabrina; una versione modificata, invece, quando ritratta l'autoaccusa del vilipendio del cadavere e delle avances sessuali alla nipote. Non lo aveva mai fatto finora anche se, è stata da sempre la convinzione degli inquirenti, fin dal primo interrogatorio non era parso troppo credibile su questo punto. Una ricostruzione complessiva che in ogni caso, com'era accaduto nei precedenti interrogatori, non coinvolge la moglie Cosima. E che ha 'retto' anche al controesame cui Michele è stato sottoposto dagli avvocati di Sabrina. Per questo in procura esprimono soddisfazione per come si è conclusa quella che gli stessi inquirenti definiscono una giornata "decisiva" per l'inchiesta.    Ben diversa la lettura che i legali della figlia di Misseri danno dell'interrogatorio: troppi, dicono, i "non ricordo" e troppe le incongruenze nel suo racconto. "Per Michele - dice l'avvocato Francesca Conte - la morte di Sarah è stata un incidente e non un atto voluto. E, soprattutto, lui non ha dato un movente". Cosa che, fanno notare invece fonti investigative, va a favore dell'accusa: il fatto che Michele non sappia indicare il perché Sabrina avrebbe ucciso la cugina confermerebbe che fu proprio la figlia a svegliarlo, chiedendogli di scendere in garage perché "era successo un guaio". "Secondo Michele, Sarah e Sabrina - prosegue l'avvocato Conte - erano come due sorelle e la quindicenne solo in casa dello zio acquistava il sorriso".   


L'interrogatorio di Michele Misseri è iniziato poco dopo le 12.30 in un salone al primo piano della ex sezione femminile del carcere di Taranto. Seduto su un lato del salone, Michele ha parlando circondato da una decina di agenti di polizia penitenziaria, precauzione presa per evitare che incrociasse lo sguardo della figlia Sabrina, seduta alcuni banchi dietro di lui e anche lei 'protetta' da un cordone di guardie carcerarie. Lo stratagemma ha funzionato evitando che i due entrassero in contatto. Ciò non ha impedito però a Sabrina di piangere per buona parte dell'interrogatorio del padre. Uno sfogo dovuto al fatto di essere innocente, secondo i suoi legali, un primo segnale di cedimento nervoso di fronte alla sicurezza del padre, secondo gli inquirenti. Dopo dieci ore Sabrina non ha retto alla tensione e, in lacrime, ha lasciato la sala dell'interrogatorio, per tornare nella sua cella: con il padre, anche stavolta, neanche uno sguardo.    Le dichiarazioni che lo zio di Sarah ha messo a verbale saranno le sole che entreranno nel fascicolo processuale, comprese le contraddizioni in cui è caduto anche stasera. Tutti quei non ricordo, in particolare sull'arma del delitto che, secondo i legali di Sabrina, anche stavolta Michele non sarebbe stato in grado di indicare con precisione, parlando prima di una corda e poi di una cinta, restano il punto debole di tutta la versione di Michele Misseri. Per la procura si tratta di piccole contraddizioni "su cose non rilevanti" ma è proprio su questi dettagli, e sulle risultanze degli esami scientifici, che si giocherà il destino dell'inchiesta.

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