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Società in vendita? Zamparini: "Cambio idea se cambiano le istituzioni del calcio"

Il presidente del Palermo torna sulle motivazioni che lo hanno spinto a prendere questa decisione, ma tranquillizza i tifosi: "Potrei vendere a qualcuno più forte di me"

PALERMO. Il comunicato del presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, pubblicato ieri sul sito ufficiale della società ha scosso il mondo rosanero, in particolare i tifosi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è rappresentata dall’arbitraggio di Banti durante l’ultima giornata di campionato tra Milan e Palermo. Zamparini torna a parlare dei motivi che lo hanno portato alla decisione di trovare un acquirente per la società rosanero. «Si tratta di una decisione irrevocabile», ha dichiarato il numero uno rosanero a Palermo Channel. C’è qualcosa, però, che potrebbe fare cambiare idea a Zamparini, ma come egli stesso spiega è qualcosa che di certo non cambierà nel giro di poco tempo. «Ho preso questa decisione per il bene del Palermo perché può anche darsi che tutto quello che sta succedendo al Palermo sia a causa mia. I grandi club sono probabilmente infastiditi dal livello a cui è arrivata la nostra squadra e forse non sopportano nemmeno me, che sono l’unico che combatte le ingiustizie dei poteri forti in Lega e in Federazione. Cambierei idea – ha spiegato Zamparini – se cambiassero le istituzioni centrali del calcio, ovvero Lega, Federazione e Aia. Ma ciò non avverrà certo in pochi giorni». Zamparini poi tranquillizza i tifosi sul futuro della società. Il Palermo, in caso di cessione dell’imprenditore friulano, non sarà dato nelle mani del primo che passa. «Penso di trovare un gruppo o un personaggio che sia molto più giovane di me, che abbia voglia di combattere. I tifosi del Palermo stiano tranquilli, perché cederò solo a chi ha le credenziali giuste per poter portare avanti il mio progetto o addirittura rinforzarlo». Anche in caso di vendita, comunque, Zamparini non avrebbe intenzione di abbandonare del tutto Palermo e il presidente spiega il perché. «Se potrei rimanere in società in un’altra veste? Come consigliere sì, perché non voglio abbandonare i tifosi del Palermo. Ma non voglio più andare in Lega, non voglio più combattere questo calcio qui, voglio un ruolo ancora meno visibile di quello che ricopro attualmente».
Zamparini torna poi ad attaccare i poteri del calcio italiano. «Basterebbe che un arbitro come Banti venisse fermato che tutti ci penserebbero due volte a compiere certe nefandezze. Ma sono convinto che tra due domeniche sarà inviato ad arbitrare una gara di cartello come premio. Questi arbitri qui non sono affidabili. Non mi piacciono – ha continuato Zamparini - le difese di ufficio che arrivano dal Palazzo. Prima o poi l’Aia dovrà prendere provvedimenti punitivi per gli arbitri che sbagliano. Queste situazioni dovrebbero essere prese in esame anche dalla giustizia sportiva, le immagini sono già una prova sufficiente per stabilire se certe decisioni vengono prese in buona fede o in malafede».
Infine l’ultimo pensiero va all’imminente derby di domenica, al quale Zamparini dovrebbe assistere dagli spalti. «Domenica contro il Catania sarò in tribuna: non mi aspetto niente, mi vergognerei se arrivasse un arbitro che compensi gli errori che ci hanno penalizzato. Mi aspetto solo un arbitraggio giusto, magari di un arbitro giovane. I tifosi vogliono che io ci ripensi? Voglio solo dire ai tifosi che chi prenderà il Palermo sarà un personaggio forte, forse anche più forte di me. Io sono veramente stanco, sono solo loro che mi fanno ancora tenere duro. La parte migliore del calcio sono i tifosi, specialmente quelli rosanero. Invito i tifosi a fare un movimento pacifico, come quello di Gandhi, che protesti contro chi rovina lo sport più bello e amato dagli italiani. La tifoseria deve riprendersi in mano questo gioco».

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