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La Finanziaria approda all’Ars dopo la cura dimagrante

Il presidente Cascio ha dato lo stop ad alcune norme di settore. Fermati anche gli articoli legati alla riforma della formazione professionale e alla soppressione di enti regionali

PALERMO. Arriva in commissione Bilancio dell'Ars dopo una cura dimagrante la Finanziaria varata dalla giunta guidata da Raffaele Lombardo. Nei panni del "dietologo" c'é il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, che ha stralciato alcune norme dal documento economico presentato dal Governo. Si tratta di articoli che riguardano la semplificazione amministrativa e la riforma delle Asi.
In particolare Cascio ha stralciato, rispetto al testo presentato dal Governo, alcuni articoli sulla "Soppressione di enti regionali", sul "Riordino del sistema della formazione professionale", sui "Principi di riordino delle società partecipate dalla Regione".
"Lo stralcio - spiega Cascio - è motivato dalla circostanza che esistono già due norme di iniziativa governativa, il cui iter è, allo stato, piuttosto avanzato e, pertanto, saranno pronte per l'aula a gennaio". Il nuovo testo è stato già inviato in commissione per essere esaminato per poi approdare in aula. "Quindi - sostengono dalla presidenza dell'Ars - non ha senso proporle in finanziaria, come, peraltro, appare più ragionevole anche a garanzia del lavoro delle commissioni di merito, che va salvaguardato".
Una decisione che riceve un'accoglienza gelida dall'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao: "Non commento quello che fa il presidente dell'Ars, se ha ritenuto di compiere questa decisione ne prendo atto". Cascio ha "cassato" le norme definite "di settore" che non dovevano essere inserite nel disegno di legge ma affrontate con provvedimenti specifici. Sottolinea infatti Cascio: "Ho stralciato queste norme sulla scorta di alcuni criteri ben precisi, che si sostanziano principalmente sul fatto che, le riforme di settore si fanno con leggi dell'Assemblea e non con emendamenti in finanziaria, o, peggio ancora, con delega in bianco a futuri decreti governativi, per cui appesantire la manovra con disposizioni che non sono strettamente attinenti alla materia di bilancio costituirebbe un inutile gravame, che, va, invece, assolutamente evitato, al fine di giungere all'approvazione della manovra stessa entro il termine costituzionale previsto del 31 dicembre per scongiurare il ricorso, ancora una volta, all'esercizio provvisorio e liberare, piuttosto, prima possibile, le risorse necessarie a far ripartire il rilancio della Sicilia".

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