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Villa del Casale chiude al pubblico per restauri

Non si sa quando riaprirà ai visitatori. Il direttore dei lavori, Guido Meli, conta di «tornare a mostrare almeno la parte centrale nella prossima primavera»

PIAZZA ARMERINA. Domenica prossima sarà l’ultimo giorno di visite per la Villa del Casale di Piazza Armerina, in provincia di Enna. L'edificio chiuderà le sue porte al pubblico per il progetto di restauro iniziato nel febbraio del 2007. Il direttore dei lavori, Guido Meli, spiega: «Dobbiamo rimuovere le vecchie tettoie e collocare le nuove coperture, operazioni incompatibili con la presenza di pubblico».
Non si sa quando termineranno i lavori. «Contiamo di tornare a mostrare almeno la parte centrale della villa, più della metà, nella prossima primavera. E comunque nei mesi freddi ci sono pochissimi turisti», ha precisato il direttore.
Il costo di questo progetto di restauro si aggira intorno ai diciotto milioni di euro, provenienti dai fondi europei. Questa cifra adesso fa parte delle cosiddette "somme liberate", ossia senza una scadenza perentoria. Tuttavia, i fondi stavano per essere restituiti a Strasburgo a causa dei numerosi ritardi che hanno caratterizzato l'opera di restauro. L'opera avrebbe dovuto concludersi 22 mesi dopo l'inizio del 2008. In questi mesi molti sono stati i contrasti tra l'Alto commissario Vittorio Sgarbi, che, non volendo chiudere la villa al pubblico, aveva proposto una cupola di vetro alta sessanta metri, e chi invece proponeva il recupero delle vecchie coperture progettate dall'architetto Franco Minissi nel 1957. Significativa per i ritardi anche la protesta dei venditori di souvenir ambulanti che avrebbero dovuto lasciare libera la strada di accesso e che invece hanno convissuto con i camion del cantiere. Pochi mesi fa, il consigliere provinciale Sergio Malfitano ha inviato all'Unesco una richiesta ispettiva. Poco dopo il consigliere comunale Riccardo Calamaio, ha chiesto alla Regione di tagliare i compensi di Sgarbi, accusandolo di non aver «saputo tenere fede agli impegni presi».
È stato comunque completato il restauro dei 3.600 metri quadrati di mosaici (120 milioni di tessere) ed è stata completata la copertura della Basilica. «In realtà - ha spiegato Meli - il termine originario di 22 mesi era stato indicato in vista della scadenza dei fondi europei, ma era dir poco ottimistico, vista la complessità del progetto». Intanto è stato deciso di realizzare le coperture, in legno e rame, fuori dal cantiere, per evitare il via vai di autocarri con i materiali. Saranno costruite a Favara, a duecento chilometri da Piazza Armerina e si tratterà di una struttura semi-integrale, interrotta solo da fenditure. «Le coperture devono essere precise al decimo di millimetro, e combaciare perfettamente con i ruderi» ha spiegato Meli. Per questo è stato necessario effettuare un rilievo laser, dato che quello tradizionale non era sufficientemente preciso.

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