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Burocrazia lenta, il Cga: "La Regione risarcisca 20 milioni"

Il giudice amministrativo: "Per colpa di quei ritardi un'impresa romana ha rinunciato ai fondi dell'Unione Europea". Nel 2006 era stata richiesta l'autorizzazione per un impianto di biomasse

PALERMO. Un ritardo burocratico costerà caro alla Regione: dovrà pagare quasi venti milioni di euro a un’impresa romana che ha ottenuto soltanto dopo tre anni e mezzo il nullaosta per realizzare nella zona di Modica un impianto di energia alimentato da biomasse. Il duro colpo per le casse (e l'immagine) dell'amministrazione regionale è inferto da un'innovativa sentenza del Cga depositata il 4 novembre e che dovrà essere eseguita entro 60 giorni.


Un provvedimento, quello del Consiglio di giustizia amministrativa (presidente Riccardo Virgilio), giunto dopo il ricorso della Regione avverso una precedente sentenza del Tar, che seppur con meno perentorietà aveva dato ragione sempre alla stessa ditta: la New Energy srl, difesa dagli avvocati Francesco Surdi, Paolo Angius e Roberto Surdi.
Tutto inizia nel 2005, quando l'azienda chiede allo Sportello unico per le attività produttive di Modica e all'Assessorato regionale all'Industria l'autorizzazione unica alla realizzazione dell'impianto. Si arriva al 27 ottobre 2006, quando la conferenza di servizi approva il progetto «previa acquisizione dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera di competenza dell'Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente». Ebbene, scrive il Cga, «da questo punto in poi il procedimento entrò in una vera e propria impasse durata oltre tre anni e mezzo e risoltasi solamente nell'aprile 2010». Solo allora, infatti, è giunta l'autorizzazione ma troppo tardi: la New Energy srl aveva già perso per colpa della burocrazia regionale un contributo comunitario di quasi 13 milioni. Per questo già alcuni mesi prima si era rivolta al Tar, che nel settembre 2009 gli diede ragione accordando un «danno da ritardo» di circa sette milioni di euro.



La Regione fece ricorso al Cga, ma ora si ritrova a dover fare i conti con una sentenza non più appellabile e persino più pesante: il Consiglio di giustizia amministrativa, infatti, alla somma già prevista dal Tar ha aggiunto (in seguito ad appello incidentale dei legali della ditta) anche «il risarcimento dovuto alla perdita del contributo pubblico», distinguendo due possibilità a secondo se la ditta voglia oppure no realizzare lo stesso l'impianto. «È intenzione della New Energy dare corso al progetto», fa sapere il legale Francesco Surdi. Ebbene, secondo il Cga in questo caso l'assessorato al Territorio ed ambiente «dovrà mettere a disposizione della New Energy, a valere sulle proprie disponibilità di bilancio, 12.929.504 di euro».


Insomma, un risarcimento di quasi 13 milioni, che aggiunto ai primi 7 già previsti dal Tar come danno da ritardo porta il totale a venti milioni. Nella sentenza il Cga scrive che la ditta ha perso il finanziamento Ue «proprio a causa dei ritardi e delle violazioni di legge» dell'amministrazione regionale, sottolinea che un procedimento unico deve concludersi entro 180 giorni e bolla come «totalmente infondato» l'appello presentato dalla Regione contro la sentenza del Tar. Il commento dell'avvocato Francesco Surdi: «La pronuncia del Cga afferma un principio molto importante per il sistema imprenditoriale. Accorda, infatti, il diritto al risarcimento del danno derivato dal ritardo nella conclusione del procedimento volto al rilascio di un'autorizzazione indispensabile. Per la prima volta è riconosciuto il ristoro del danno patito per l'inosservanza del termine massimo di durata del procedimento, a prescindere dal fatto che lo stesso non si sia ancora concluso e finanche se l'esito sia negativo».

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