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Enna: data per morta, "rinasce" dopo un arresto cardiaco

Una giovane donna in gravidanza viene salvata da un medico che non doveva trovarsi lì. Da anni, infatti, manca il reparto di rianimazione all'ospedale Basilotta

NICOSIA. Per il cardiologo era morta dopo la seconda defibrillazione. Ma, grazie alla prontezza d'intervento dei medici del “Basilotta”, il cuore di una giovane donna incinta è tornato a battere. A salvarla sono state una serie di miracolose coincidenze. Nel momento del malore, infatti, il medico rianimatore del 118 non era fuori per interventi e, nonostante non si trovasse nel suo reparto, è riuscito a far tornare in vita la donna. L'arresto cardiaco era avvenuto mentre la donna era ricoverata in ginecologia per dei controlli legati alla prima fase di gravidanza. Adesso si trova nel reparto di rianimazione dell'Umberto I, seguita da medici del nosocomio ennese.
Si tratta dell'ennesima storia di emergenza sanitaria che, nonostante sia finita bene, riporta alla luce il grave problema della mancanza del reparto di rianimazione all'ospedale Basilotta di Nicosia, chiuso da molti anni. Il nosocomio rappresenta un punto di riferimento sia per i comuni della provincia di Enna, sia per i paesi vicini come Gangi, le Petralie e Mistretta, in provincia di Palermo e di Messina. In questa storia fortunata, il caso ha voluto che il dottore rianimatore fosse sul posto in quel momento, ma solitamente il medico è presente solo in orari notturni e la domenica. In questo modo i tempi del primo intervento si allungano e nel caso di emergenze come quella capitata alla donna, anche solo dieci minuti in più sarebbero stati fatali.

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