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Al Milan non basta la doppietta di Inzaghi

A San Siro finisce 2-2 contro il Real. Per super Pippo record di gol nelle competizioni Uefa

MILANO. La sua doppietta non è servita a regalare la vittoria al Milan nel match di Champions contro il Real Madrid.  Pippo Inzaghi confessa che aveva pronta la maglietta celebrativa del record eguagliato (a 69 reti) e anche quella del sorpasso (a 70). "Aspettavo solo l'occasione per festeggiare", sorride l'attaccante che ha risollevato il Milan contro il Real Madrid e dedica la doppietta con annessa corona di cannoniere delle coppe europee, strappata a Gerd Muller che proprio ieri ha compiuto 65 anni, a Stefano Borgonovo, a cui aveva promesso il traguardo ("e domani vado a festeggiarlo da lui"), e "soprattutto ai calciatori italiani, troppo spesso bistrattati".
Inzaghi sorride, perché "anche se il Real l'ha rovinata con il pareggio nel finale, è la serata più bella della mia carriera. Quando Mourinho ha detto che del Milan temeva soprattutto me qualcuno ci ha riso sopra, invece ho dimostrato che avevo ragione. Dopo l'ultimo derby Mourinho mi ha aspettato davanti al nostro spogliatoio per chiedermi la maglia e per me é stata una grossa soddisfazione".  
Ma a 37 anni, superato i 69 gol del bomber del Bayern e della Germania nella classifica dei cannonieri delle competizioni Uefa e i 124 in rossonero di un totem della storia del club come Marco Van Basten, ha un paio di sassolini da levarsi dalle scarpe.  Il primo messaggio è per "i commentatori: si dimenticano di me, ora saliranno tutti sul carro: ma è bello così". Il secondo è chiaramente per Massimiliano Allegri. "Il mister sa che devo sentirmi importante: è dura farmi passare la passione, ma ho bisogno di essere chiamato in causa qualche volta, altrimenti mi devo nutrire solo di attesa e voglia, e non è facile sfruttare sempre solo 20 minuti - spiega Inzaghi -. L'ultima volta ho giocato contro il Catania e ho segnato, poi sono passate 9 partite in panchina".   
L'elisir di lunga vita dell'attaccante è composto di abitudini salutari, lavoro duro e costanza. "E poi tutta la gente del Meazza mi fa dimenticare i momenti duri", sottolinea il rossonero, che è entrato dopo 60' accompagnato dal boato del pubblico in 18' ha piazzato una doppietta.  Allegri deve ringraziarlo se la serata è finita meglio di come era cominciata. "Pippo è un esempio per i giovani per il modo in cui entra nelle partite - dice il tecnico del Milan -: ci vuole spirito, veleno in corpo per giocare queste partite ad alto livello". L'allenatore ha un rammarico: "A 30 secondi dalla fine la partita era vinta: in 4 giorni abbiamo preso due belle mazzate, ma il Milan esce più convinto dei propri mezzi".  Pietrificato da Inzaghi fino al 2-2 di Pedro Leon è rimasto José Mourinho. "Non ho mai nascosto che Inzaghi mi piace e sono molto felice per lui perché il suo record è fantastico", sostiene il portoghese, che però ha protestato molto per un presunto fuorigioco ("lo era senza dubbio", dice, ma i milanisti denunciano scarso fair play degli spagnoli) in occasione della seconda rete e si porta a casa il pareggio convinto che "possa essere una lezione importante per la mia squadra, che è molto giovane: con il Milan abbiamo dimostrato due cose: il talento e che questa è ancora una squadra un po' naif. Dobbiamo essere più cinici per vincere la Champions". Insomma, più come Inzaghi, che sul tetto d'Europa è salito già due volte e ora ha indossa anche la corona di re del gol.

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