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Nadia ai pm di Palermo: eravamo 25 ragazze

L’inchiesta sui presunti festini passa alla Procura di Milano. I giudici siciliani: la fuga di notizie ostacolerà le indagini

PALERMO. Tra malumori per una "fuga di notizie" che, dicono i pm di Palermo, di fatto impedirà agli investigatori di approfondire aspetti importanti di un grosso traffico di droga tra vip, e indiscrezioni sul coinvolgimento di altri esponenti politici di primo piano nella vicenda dei festini hard a cui avrebbe preso parte il premier Berlusconi, il fascicolo sul caso Nadia, la escort che avrebbe fatto sesso a  pagamento col presidente del Consiglio, è ora al sicuro nella cassaforte della Procura di Milano.
I magistrati del capoluogo siciliano, che hanno trasmesso "le carte" ai colleghi, non si sono limitati a inviare le dichiarazioni di Nadia Macrì, 27 anni, la ragazza emiliana che per domani ha annunciato una conferenza stampa sulla vicenda, ma anche i verbali di interrogatorio della "pentita" Perla Genovesi, l'amica della escort che ha dato il via all'indagine.
Territorialmente, però, visto che al momento l'unico reato ipotizzabile è quello di favoreggiamento della prostituzione a carico dell'agente dei vip Lele Mora e del direttore del Tg4 Emilio Fede, "tramiti", a dire della cubista, tra le ragazze e il premier, la competenza a indagare è dei magistrati lombardi. "Il reclutamento" delle giovani prostitute, secondo quanto racconta la giovane, sarebbe avvenuto, infatti, a Milano.
"E' ovvio che noi perseguiamo reati e non ci interessiamo della vita privata delle persone", ha commentato il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati, che ha deciso di assegnare il fascicolo sui presunti festini a luci rosse a Villa Certosa e ad Arcore al pm titolare del caso Ruby: Antonio Sangermano.
Nei prossimi giorni gli inquirenti torneranno ad ascoltare Nadia che, in un verbale di 300 pagine, ha raccontato tutti i particolari di due incontri sessuali a pagamento col premier, ad Arcore e a Villa Certosa per i quali Berlusconi le avrebbe personalmente consegnato in una busta 5000 euro. In Sardegna, "c'erano 25 ragazze in tutto. E nelle stanze - racconta la escort, nel verbale di interrogatorio davanti agli inquirenti palermitani - c'era dell'erba da fumare che veniva trasportata sul jet privato del presidente". Un aspetto, questo, tutto da verificare, su cui i pm di Palermo avrebbero voluto andare a fondo. Come, a dire degli inquirenti, da approfondire sarebbe il riferimento alla presenza di ragazze giovanissime a Villa Certosa. Nadia ha detto di avere avuto l'impressione che alcune fossero minorenni.
Oltre a Lele Mora ed Emilio Fede la giovane donna ha parlato del sindaco di Parma Pietro Vignali, che sarebbe diventato suo cliente dopo un incontro casuale in un bar. Nadia gli avrebbe chiesto di metterla in contatto di nuovo col premier, con cui già aveva avuto l'incontro a Villa Certosa. Il sindaco l'avrebbe accontentata e Berlusconi, dopo qualche giorno, avrebbe telefonato alla ragazza. "Mi chiamò - ha raccontato - ed organizzammo di incontrarci".
Vignali non è stato iscritto nel registro degli indagati, a Palermo, per favoreggiamento della prostituzione, in quanto, secondo il racconto di Nadia, sarebbe stato estraneo al "reclutamento" delle escort e si sarebbe limitato a introdurre l'amica al premier. Il sindaco, però, smentisce tutto e si "riserva di adottare, sul piano giudiziario, tutte le iniziative del caso, a tutela della sua immagine".

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