MILANO. Appuntamento rimandato, con la vetta della classifica, per il Milan. A festeggiare a San Siro e lasciare i rossoneri a due punti dalla Lazio capolista - attesa domani dal Palermo - e a uno dall'Inter è la Juventus di Delneri. Uno che, parole, sue, alla vigilia "non avrebbe firmato per il pari" e che se ne va dal Meazza con una squadra cinica e implacabile, trascinata dall'eterno Del Piero. Pronti via e Allegri si affida ancora al 4-3-1-2 con Robinho alle spalle di Pato e Ibrahimovic, disegnando lo stesso attacco vincente di Napoli, sostenuto, a centrocampo, dalla fantasia di Pirlo e dai muscoli di Gattuso e Boateng. Sul fronte juventino, Delneri, già orfano di Krasic - appiedato dai fatti di Bologna e surrogato da Martinez - è costretto a fare a meno anche di Chiellini, bloccato da un problema muscolare al polpaccio, pochi minuti prima della gara. Al suo posto, Legrottaglie. In attacco, la coppia Del Piero-Quagliarella, supportata, nel 4-4-2 d'ordinanza, da Marchisio e Martinez sulle fasce e da Aquilani e Felipe Melo al centro.
L'ouverture è tutta rossonera. In meno di dieci minuti, complici gli incroci a velocità vertiginosa e le serpentine di Pato e Robinho, il Milan fa correre più di qualche brivido all'ex Storari. Il primo a farsi vedere dalle parti del portiere bianconero è Ibrahimovic: dopo sei minuti, timbra la traversa con un tiro a giro, poi lo costringe a mettere in angolo con una conclusione ravvicinata. Sul corner è Sokratis, di testa, a far sibilare il pallone a un palmo dal montante alto. La pressione milanista è costante, Pirlo fa correre veloce il pallone alla ricerca della verticalizzazione giusta per i tre là davanti e San Siro - in tribuna d'onore anche il patron e presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - gongola. A freddarlo, nella prima vera serata d'inverno milanese, ci pensano però Del Piero e Quagliarella. Il primo, scalda i guantoni di Abbiati con un destro dal limite, angolato ma non troppo forte. Il secondo capitalizza al massimo un cross di De Ceglie: stacco di testa e palombella a scavalcare il portiere avversario proprio vicino al sette.
Come un granellino di sabbia a frenare gli ingranaggi di un orologio, la rete bianconera inceppa i meccanismi del gioco milanista. Corroborata dal gol e trascinata dalla veemenza di Melo, la Juve ringhia su ogni pallone e aggredisce gli avversari spezzando, con costanza, il palleggio elegante del Milan (costretto a sostituire Bonera dopo uno scontro con De Ceglie, uscito a sua volta) e i fraseggi dei suoi uomini di maggior classe. Operaia quanto basta per rischiare il minimo indispensabile - seppur graziata un paio di volte da Ibrahimovic sul finire del primo tempo - la squadra di Delneri, nella ripresa, snocciola un calcio ruvido, raddoppia costantemente sugli avversari e si affida alle ripartenze veloci in contropiede, lasciando l'onere dell'attacco al Milan. Che ci prova ancora con Ibra - fiondata dentro l'area a stamparsi sul petto-braccio di Melo -, si appoggia alle iniziative estemporanee di Robinho ma non riesce a bucare il fortino torinese. Fortino da cui partono, spesso, sventagliate verso l'attacco. Su una di queste, Antonini pasticcia, Sissoko ringrazia e si invola verso l'area avversaria, incespica a due passi da Abbiati ma riesce a servire Del Piero: fucilata, palla nel sacco e 2-0. Per Alex è il gol numero 179 in bianconero, che gli permette di superare Giampiero Boniperti.
Sembra il colpo del 'game over'. A una decina di minuti dalla fine, invece, Ibrahimovic riapre la gara. Su cross dalla destra si arrampica in cielo e di testa fulmina Storaci. San Siro esplode e crede nella rimonta. Che resta un sogno, nonostante il generoso assedio finale lanciato da Seedorf e Inzaghi. Per i rossoneri, adesso, c'é da pensare al Real Madrid di Mourinho. Arrivare alla sfida casalinga di mercoledi" con tre punti in più in classifica e il morale un po' più alto avrebbe fatto tremendamente comodo.
La chicca è Alessandro Piero che segna il suo gol n. 179 in bianconero staccando Boniperti e alla fine della partita con il Milan gli scappa una battuta. "Il record? Sarebbe ideale che
questa fosse anche l'ultima...". Ma poi si corregge subito per dire che lui non si sente affatto appagato e anzi "i record non sono finiti - dice davanti alle telecamere di Sky -, si va avanti, sempre con nuovi obiettivi". "Sto bene e voglio continuare a giocare - prosegue -, poi vedremo in questi mesi. Il mio futuro è apertissimo, la mia era era solo una battuta. Qui sto benissimo".
La Juve batte il Milan, record per Del Piero
I bianconeri espugnano San Siro grazie ai gol di Quagliarella e del capitano, che supera Boniperti per numero di gol. Per i rossoneri inutile il gol di Ibrahimovic
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