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Pagati per non lavorare, un classico in Sicilia

Pagati per non lavorare. Ormai un classico. Basta essere stati, anche se per poco tempo, dipendenti di imprese più o meno collegate con la Regione, per aver diritto allo stipendio. Il dovere del lavoro, invece è un'optional. Welfare straccione ma molto produttivo sul piano del consenso politico. Si cominciò tanti anni fa con le miniere di zolfo. Era più economico tenerle chiuse e pagare gli operai che farle funzionare. Almeno si risparmiava sulle spese generali. Da allora il modello è diventato generale. Ci sono gli ex dipendenti dell'ente Fiera del Mediterraneo che bivaccano negli uffici in attesa di qualcosa da fare. A maggio c'è stato il Motor Show (ma vista la povertà della mostra tanto valeva andare a vedere le auto in concessionaria). Ora si tenta di rilanciare la vecchia campionaria (sperando che qualcuno ci metta i soldi). Velleitarismi costosi. La Regione, infatti, ha deciso di privatizzare l'ente ma di tenersi i dipendenti. E perché mai? Per quale motivo le casse pubbliche, e quindi i contribuenti, dovrebbero caricarsi di qualche decina di lavoratori destinati alla totale inattività. Già il numero dei regionali è superiore a ogni ragionevolezza. Perché farli aumentare? E che dire della Resais che da una trentina d'anni aspetta di essere chiusa. Invece è ancora in vita. È stata inventata per "parcheggiare" i dipendenti delle aziende regionali in crisi. La Resais li prende in carico pagando l'80 per cento della retribuzione a titolo di puro sussidio. Un privilegio che in questo momento tocca 256 persone (ma sette anni fa erano un migliaio). Un'attesa che può essere anche molto lunga. Per andare in pensione occorre avere 27 anni di contributi o 52 di età. Vuol dire che la Regione assicura, in sostanza un maxi-scivolo che può arrivare fino a tredici anni. Nessun altro regime previdenziale al mondo prevede un trattamento tanto favorevole. Nemmeno Cuba. Tuttavia c'è un vincolo molto preciso. Gli assistiti della Resais non devono svolgere alcuna attività. Se lavorano (e quindi percepiscono una retribuzione) perdono i loro privilegi. Alcuni hanno cercato di fare i furbi impegnandosi in qualche lavoretto in nero. Sono stati scoperti e sospesi. Che strana terra la Sicilia: sono stati licenziati gli unici che, in fondo, volevano lavorare.

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